domenica 14 dicembre 2008


giovedì 11 dicembre 2008


martedì 9 dicembre 2008

Le felicitazioni del consigliere provinciale di Giovanni Barone






Una grande soddisfazione per la politica montebellese (dal Blog di Montebello)
Il dott. Paolo Roberto Mallamaci è stato nominato Presidente Provinciale dell’Unione di Centro (UDC).Il gruppo dell’Unione di Centro di Montebello Jonico ha espresso subito vivo compiacimento per la nomina del dott. Mallamaci a Presidente provinciale del partito.
L’importante designazione è stata fatta direttamente dalla Direzione Nazionale dell'Udc su indicazione del segretario nazionale On. Cesa.La nomina non è maturata per caso, ma bensì è il giusto riconoscimento del fattivo impegno che l’ex segretario provinciale dell’Udeur ha profuso negli anni passati e in modo particolare durante la campagna elettorale della primavera scorsa e premia l'impegno di tutto il gruppo di amici che si riconoscono nella leadership del consigliere regionale On. Pasquale Tripodi.Il gruppo UDC montebellese ha reso noto che è in corso il tesseramento del partito, che si concluderà il 31 gennaio 2009. Dopo tale data, i tesserati daranno vita alla sezione UDC a Montebello Jonico con l’elezione del segretario e delle altre cariche del partito, per essere pronti per la prima prova elettorale: le elezioni comunali ed europee del giugno prossimo.Paolo Roberto Mallamaci è nato a Motta San Giovanni (RC) nel 1965 dove ha frequentato le scuole elementari e medie.Nel 1983 ha conseguito la maturità classica presso il Liceo T. Campanella di Reggio Calabria.
Si è laureato in Scienze Politiche nel 1988 presso l’Università degli Studi di Messina.L’anno successivo è stato assunto da una società del gruppo ENI dove attualmente è quadro direttivo.Sposato con Maria Ardea, si è trasferito a Montebello. Ha due figlie, Erika e Maria Chiara.Impegnato in politica fin da giovane, è stato responsabile provinciale dei Giovani Socialdemocratici, membro del Comitato Centrale e della Direzione Nazionale dei giovani del PSDI.Ha fondato con un gruppo di amici “POLIS”, un centro di aggregazione politica e sociale che ha operato nel basso jonio reggino.
Nel 1997 è eletto consigliere comunale a Montebello Jonico e viene nominato presidente della Commissione Toponomastica comunale.Aderisce all’Udeur di cui è eletto Segretario Provinciale.Adesso è entrato nell’Unione di Centro (UDC) per una nuova sfida.
(Nella foto il dott. Paolo Roberto Mallamaci) http://www.montebelloblognews.com/2008/12/paolo-roberto-mallamaci-nominato.html
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Motta: la scuola elementare Mallamaci ha finalmente una propria biblioteca..



domenica 7 dicembre 2008

Intervista al Quotidiano

L'UDC si incontra a Pellaro.

sabato 6 dicembre 2008

L'intervento di Mario Versaci

Esprimo la mia più viva soddisfazione unitamente a quella degli amici che da anni insieme a me condividono questa grande avventura in seno all’Unione di centro reggino, per la decisione dell’On. Cesa, segretario nazionale dell’Udc di conferire al dott. Paolo Mallamaci il prestigioso incarico di Presidente Provinciale del Partito, come riconoscimento di un naturale approdo di un percorso politico che ha visto il gruppo degli aderenti all’Udeur che nella scorsa primavera lasciare il partito di Mastella per dare nuova linfa al partito dell’Udc. La decisione della direzione nazionale, di conferire paritariamente a Mallamaci, a Candia e al sottoscritto la decisione di guidare il partito reggino per il coordinamento dei prossimi appuntamenti elettorali e fino al prossimo congresso provinciale che si terrà all’inizio dell’anno nuovo, se da una parte ci riempie di soddisfazione, dall’altra ci motiva ad affrontare questa ulteriore sfida con senso di responsabilità ed un impegno rinnovato. Molte e dure sono le sfide che il partito deve affrontare sui temi antichi ma sempre attuali, quali il rispetto dell’identità cristiana, della difesa della famiglia, delle imprese, del volontariato, della collocazione europea e atlantica dell'Italia, delle riforme strutturali in economia, delle pensioni, la sfida della modernizzazione del Paese; sono questi, tutti temi su cui deve essere incentrato l’azione politica di un partito che ha la pretesa di essere punto di riferimento principale del mondo cattolico e cristiano. L’ingresso nell’Udc a pieno titolo degli amici ex Udeur, a tutti i livelli, impone oggi uno sforzo organizzativo considerevole che deve essere estrinsecato con una naturale vocazione alla trasparenza e a un forte rigore morale. I Sindaci, gli amministratori comunali, i consiglieri provinciali, e tutti i semplici iscritti vicini all’amico Tripodi, troveranno nell’Udc un partito aperto alle nuove istanze che saprà sicuramente valorizzare coloro i quali vorranno impegnarsi per fare dell’Udc una grande forza moderata pronta a rispondere alle istanze della provincia di Reggio e dell’intera Calabria.

4.12.2008
Mario Versaci
Vice segretario provinciale dell’UDC.

giovedì 4 dicembre 2008


Pasquale Tripodi nel gruppo dell'UDC.

Il Consigliere Regionale Pasquale Maria Tripodi ha costituito in seno al Consiglio Regionale della Calabria, il gruppo consiliare UDC, SVP, Autonomie. Tale decisione completa l’iter di un percorso intrapreso alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del Parlamento della primavera scorsa, allorquando il gruppo guidato dall’On. Tripodi aveva deciso di appoggiare la candidatura alla Presidenza del Consiglio dell’On. Pier Ferdinando Casini, votando alla Camera ed al Senato le liste dell’Unione di centro. La scelta di aderire all’Udc-Svp-Autonomie, costituendo il gruppo in seno al Consiglio, nasce da una parte per la condivisione dei valori di cui il Partito dell’Udc è strenuo difensore nella società civile, valori che si ispirano alla dottrina cristiana della Chiesa e che pongono l’uomo e la famiglia al centro dell’azione politica, e dall’altra parte alla necessità di affrontare un tema non più differibile quale quello del Federalismo e delle Autonomie degli Enti Locali, che rischia oggi, per come è stato pensato dal Governo Berlusconi di essere un ulteriore peso fardello per le Regioni del Mezzogiorno. Oggi è necessario un federalismo a geometria variabile e a velocità differenziate tra le Regioni del Nord che sviluppano un maggiore prodotto interno lordo e quelle del Sud che sono ancora di più penalizzate dalla crisi economica che ha colpito il mondo intero. Non tutte le Regioni sono pronte infatti allo stesso modo per affrontare la sfida perché ci troviamo di fronte a sistemi che hanno capacità finanziarie non omogenee. Su questi temi di vitale importanza per la Calabria, vogliamo caratterizzare la nostra sfida per cercare di dare una soluzione organica e condivisa a temi di vitale importanza per i nostri cittadini, quali un sistema sanitario efficiente e funzionale, un rigoroso controllo della spesa, politiche di lavoro che consentano ai nostri giovani di rimanere e operare in Calabria e alle nostre imprese di avere gli strumenti necessari per decollare, oltre alla valorizzazione delle ricchezze turistiche culturali e architettoniche di cui la nostra Regione è ricca.

On. Pasquale Maria Tripodi

mercoledì 3 dicembre 2008

Una nuova stagione ora è possibile..



Carissimi,
la direzione nazionale dell'Udc su indicazione del segretario On. Cesa, mi ha nominato Presidente Provinciale del Partito, come riconoscimento del fattivo impegno profuso negli ultimi mesi e in modo particolare, durante la campagna elettorale della primavera scorsa. La mia nomina premia l'impegno di tutto il gruppo di amici che si riconoscono nella leadership di Pasquale Tripodi. Proprio per questo, abbiamo deciso di creare un momento di riflessione collettivo che si terrà sabato 6 dicembre alle ore 17.00 a Pellaro, c/o il centro civico. Data l'importanza dei temi da trattare, la tua presenza è indispensabile.
Saluti
Paolo Mallamaci

sabato 15 novembre 2008

Solidarietà a Tallarico

Esprimo la mia sincera e affettuosa vicinanza all’amico Francesco Talarico per le vili intimidazioni che ha dovuto subire in questi ultimi giorni. Continua purtroppo l’escalation contro gli amministratori locali e gli esponenti politici che sono in prima linea nelle pubbliche amministrazioni per affermare i principi di democrazia e di legalità e che con il loro impegno cercano di disegnare un volto positivo ad una Calabria che molte volte si è dovuta piegare all’arroganza e alla prevaricazione di una delinquenza che oggi è molto più pericolosa del passato. Tale eclatante intimidazione è una ulteriore offensiva gravissima ed inaccettabile alla libertà della politica che tutti assieme dobbiamo respingere con grande fermezza e con determinazione, convinti che questi tentativi di condizionamento non possono limitare l’azione e l’impegno di una classe politica che sta cercando di fare uscire la nostra Calabria dallo stato comatoso in cui è sprofondata negli ultimi anni. A Francesco e alla Sua famiglia fortemente provata da questo nuovo attentato, giunga forte un affettuoso abbraccio da parte di tutti coloro che in questi mesi a Reggio Calabria hanno accettato la sfida di ricostruire una nuova idea della politica, che guardando al Centro, si basa su un franco confronto democratico, sul rispetto delle altrui idee, e sulla moderazione dei toni e dei comportamenti. Rinnoviamo pertanto a Francesco l’invito a continuare le Sue battaglie nelle Istituzioni con la lealtà e l’impegno che ha profuso in questi anni di presenza qualificata nel Consiglio Regionale della Calabria.

Paolo Roberto Mallamaci

giovedì 6 novembre 2008

Su Saline incombe l'API


Sembrava calato il silenzio sull’ipotesi di riconversione dell’area ex Liquichimica di Saline Ioniche a seguito la decisione della Sei di fermare il processo autorizzativo in atto presso il Ministero delle Attività Produttive, dopo il primo incontro della conferenza di servizi che doveva decidere sulla bontà del progetto della centrale a carbone. Dalla stampa locale abbiamo appreso in questi giorni che sull’area industriale di Saline è in corso una trattativa portata avanti dall’Api nova energia, società controllata da una holding petrolifera di livello nazionale, che sarebbe disposta ad intervenire sul sito delle ex Officine Grandi Riparazioni e sulla stessa Liquichimica. Il progetto si baserebbe sostanzialmente sulla produzione di energia (pari a circa 50 MW) con un progetto sviluppato sulla tecnologia “concentrated solar power”. Tale tecnologia consente di produrre quantità significative di elettricità utilizzando solo la parte di energia proveniente direttamente dal disco solare,utilizzando un sistema di specchi che attirano i raggi solari. Ad oggi tali impianti sono concentrati nel Nord Africa e in Medio Oriente; in America, l’unico impianto termoelettrico solare è situato nel deserto del Mojave, in California. Il gruppo Api,anche se le notizie che trapelano sono scarse, per intervenire a Saline dovrebbe utilizzare parte delle risorse da fondi regionali (APQ Energia) e in parte utilizzerebbe capitali propri. L’aspetto che lascia maggiormente perplessi in questa fase è la modalità utilizzata per portare avanti la trattativa per l’acquisizione e la relativa riqualificazione delle aree della zona industriale di Saline da parte di API. Se la SEI aveva attuato una politica di comunicazione fin troppo incisiva, l’Api nova energia, sta lavorando sotto traccia,in silenzio e non coinvolgendo tutti gli attori economici e sindacali che hanno un qualsiasi ruolo nello sviluppo dell’area del basso ionio reggino, e sembra quasi che si stia scegliendo personalmente gli interlocutori con cui trattare. E se contro la SEI c’è stato un battaglione di fuoco che ha gridato un no basato secondo me più su basi ideologiche che dopo aver approfondito e studiato la reale portata del progetto, oggi il silenzio degli ecologisti e degli ambientalisti sul progetto di Api è assordante e imbarazzante. Infatti senza entrare nel merito di quella che oggi parrebbe solo una idea da sviluppare, per come si presenta, (una concentrazione di specchi per ettari interi all’interno delle OGR e dell’area ex Liquichimica), tale iniziativa cozzerebbe sulla tanto sbandierata vocazione turistica che si vorrebbe dare all’area del pantano o alla zona industriale del nostro comune. E i 50 milioni della Provincia di Reggio e della Regione Calabria per fare di Saline la Taormina calabrese? Certo,la Madonna di Fatima può fare molti miracoli con la sua infinità bontà, ma non possiamo esprimere auspici e preghiere tra di loro contraddittori. Delle due l’una; o crediamo nel progetto turistico per Saline e per l’intera area grecanica, o filtriamo con i “petrolieri” per riattivare quel sogno industriale miseramente naufragato negli anni 70. E se questa sembra essere l’unica alternativa, mi chiedo perché è stato riservato alla SEI questo trattamento? Perché nessuno ha ascoltato le ragioni della SEI giuste o sbagliate che fossero, tenendo conto che questi imprenditori avrebbero rischiato capitali propri e non statali? E il non averli ricevuti ed ascoltati, ha forse precluso a Saline una opportunità di crescita e di sviluppo che non necessariamente passava dal carbone? Bisognava sbarrare la strada agli svizzeri perchè già qualcuno sapeva che era dietro l’angolo l’alternativa energetica? Da spettatore disinteressato registro un diverso trattamento di due idee progettuali che partendo forse da presupposti industriali differenti, arrivano allo stesso scopo;una produzione di energia che la Calabria, avendo un esubero di produzione energetica, dovrebbe esportare in altre Regioni d’Italia con maggiori assorbimenti. Sono tutte domande che temo rimarranno senza risposte, ma credo che il futuro dell’area industriale di Saline non possa essere deciso nel chiuso di una stanza e soprattutto senza ascoltare le istanze che provengono dalla società civile ed economica del comprensorio.

Paolo Roberto Mallamaci

venerdì 1 agosto 2008




Francesco, per molti di noi un fratello maggiore.



Lettera alla moglie scritta di getto il 27 luglio.






Cara Caterina,
leggendo il manifesto che pubblicizzava la manifestazione di atletica leggera del 2 agosto p.v.,
gara che è stata pensata per ricordare la figura di Ciccio, e anche credo, per realizzare un progetto al quale Egli stesso stava lavorando da tempo, ho avvertito un tuffo al cuore , e tornando indietro nei ricordi di quella entusiasmante stagione che tutti assieme abbiamo vissuto a Motta, sono stato pervaso da uno strano sentimento, un misto di emozione e commozione, al ricordo di un amico, ma per molti di noi di un fratello maggiore, al quale dobbiamo riconoscere il merito di averci con il suo impegno, la sua abnegazione e la sua grande passione per lo sport, aiutato a trascorrere, spesso sacrificando gli affetti familiari, momenti di grande partecipazione sportiva e collettiva, in una età, quella dell’adolescenza delicata per alcuni versi, in quanto proprio in questa particolare età si può correre il rischio di essere fuorviati dal giusto cammino della vita. Egli ha contribuito, con quella splendida esperienza che è stata per molti di noi il Gruppo Sportivo Mottese, a far crescere nel nostro meraviglioso e sempre amato Paese, il senso di comunità. Pur essendo l’atletica uno sport prettamente individuale Egli infatti, ci ha fatto sentire partecipi di un progetto che travalicava i confini dello sport , ma aveva una dimensione molto più ampia e aggregante: l’essere tutti assieme testimoni e valenti attori di un cambiamento che Motta ha vissuto in quegli anni. Ci aveva fatto intravedere la possibilità che avevamo una opportunità storica, da soli o in squadra, di portare fuori dai confini provinciali il nome di Motta, e questo ci rendeva orgogliosi e fieri di essere interpreti e protagonisti di una stagione, che al di là dei tanti successi sportivi che abbiamo mietuto in quegli anni, ci ha visti solcare le piste di atletica di tutto il sud d’Italia, a gridare alto, con grande dignità e se vuoi con la temerarietà e l’incoscienza di chi non ha niente da perdere, che eravamo gli alfieri di Motta San Giovanni, non di una delle tante “Motta” sparse per l’Italia, ma della “Motta” più nobile e bella, quella che si staglia maestosa tra l’Etna fumante e gli impervi contrafforti dell’Aspromonte. I valori che ci ha saputo trasferire nelle lunghe giornate trascorse nel campetto delle scuole medie, o nella viuzza soprastante, a ridosso dei gradini e della soglia di casa del caro amico Prof. Giovanni Verduci, un altro che ha messo la propria firma nel miracolo dell’Atletica a Motta, ci hanno consentito di affrontare in un senso compiuto di cittadinanza attiva, con rinnovata fiducia, la sfida che da una pista di atletica si trasferiva gioco forza nella vita di tutti i giorni. Molti sono stai gli insegnamenti che Egli ci ha trasmesso, la lealtà in primo luogo, il gareggiare onestamente onorando gli avversari pur non lesinando di dare il meglio di se stessi. Quindi il rispetto delle regole, l’enfatizzazione del sacrificio che Egli molte volte,mentre macinavamo chilometri su e giù per i tornanti del paese, paragonava per spronarci, al sudore dei nostri tanti concittadini che nelle gallerie lottavano per un mondo migliore, immolandosi non per loro stessi, che sapevano essere senza alcun futuro per sé , ma per i propri cari,dimostrando un grande altruismo, una delle doti che Ciccio ha palesato, nel mondo dello sport e nella società mottese in generale. Aveva sempre una parola di conforto nel momento di una sconfitta. E trovava nel suo linguaggio spesso fatto di silenzi, parole dolci che rendevano meno amara una prestazione ma ti motivavano per fare sempre di più e meglio, ad allenarti con maggiore vigore, ma senza mai perdere di vista l’impegno primario che per noi rimanevano l’istruzione e la scuola. E’ stato un punto di riferimento per tutti i Mottesi che oggi lo ricordano con questa bella iniziativa. Se Ti può essere di conforto, per quello che vale nel vuoto della solitudine che una prematura scomparsa lascia in chi ha avuto la fortuna di conoscerlo e di amarlo, devi sapere che spesso nei momenti più impensabili della giornata, in molti di noi Ciccio riaffiora, con il suo immancabile borsello, con il suo ghigno da combattente, con l’aria un poco da don Chisciotte a darti un consiglio, una carezza, uno stimolo, o forse a sorriderti per farti capire che c’è, che è con te, che Ti è vicino. E’ stata una delle figure che ha più inciso in quella generazione che dal 1977 in poi ha raccolto una grande sfida, quella di riscattarsi anche socialmente con addosso un paio di scarpe e un pantaloncino. Perché prima di essere il mister, il presidente, il magazziniere, l’autista, il factotum di tutto , Ciccio era un educatore. E te lo dice uno che a causa della bizzarria del proprio carattere da giovincello, ha avuto spesso bisogno della severità e della fermezza di uno come Lui a cui , pur comportandomi in alcuni frangenti in modo non ortodosso, Egli ha sempre perdonato tutto, accogliendomi con un forte abbraccio e con una pacca sulle spalle come se niente fosse successo. Ci aveva responsabilizzati quando andò a fare il servizio di leva a Diano Marina, ci disse che nel periodo di sua assenza non potevamo mollare perché il giocattolo era fragile e se non fossimo stati uniti nell’impegno si sarebbe infranto. Tutti gli atleti ci siamo sentito degli ometti e per non deluderlo abbiamo maggiormente profuso gli sforzi affinché il giocattolo fosse ancora più solido e bello. Mi è rimasto un dubbio, o meglio una domanda senza risposta, alle tante domande con le quali Lo assillavo mentre ci spostavano in giro per la Calabria sulla Ritmo bianca. Un giorno Gli chiesi, perché hai scelto i colori l'azzurro e il giallo per la divisa della squadra? “L’azzurro rappresenta il mare, il giallo lo devi indovinare”, mi disse. Non me lo disse mai, o forse io non lo indovinai mai; forse rappresentava il grano della nostra terra, o i raggi di sole che solo nel nostro tramonto ha sfumature uniche. Forse era stato il caso a volere che fossero quelli i colori della divisa. Me lo dirà forse Lui un giorno, quando ci ritroveremo da qualche parte. Pensavo in verità di avere più tempo per potergli riproporre la domanda e ottenere la risposta, invece mi rimane negli occhi l’ultimo sguardo, al compleanno di mia nipote. Ho avuto quella sera l’impressione che fosse sofferente, tirato in viso, ma aveva uno sguardo profondo che sembrava ti volesse trasmettere qualcosa, sembrava che volesse trasferiti un pensiero, un sentimento. Ricordo di quella sera un particolare. Ci facemmo una foto assieme, dopo tanto tempo, perché la volevo accoppiare con una fatta a Barletta nel 1978, quando partecipammo per la prima volta alla fase nazionale dei Giochi della Gioventù. E mentre il flash ci immortalava lo invitai di tenermi informato sui corsi per allenatore, perché ora come allora l’atletica è rimasta la mia unica passione. Capitò quella sera che la memoria della fotocamera si formattò e si persero tutte le foto. E la videocamera tenuta accesa per tutta la sera non registrò nulla. Ho avvertito a posteriori, in questi due episodi negativi un presagio, come se il destino avesse voluto imporci che i ricordi dovevano essere tramandati nel cuore e nella mente di ciascuno di noi. Dopo, la ferale notizia che ci colse in una fredda serata d’invero ,l’incredulità e poi lo sconforto e il grande vuoto che ha lasciato in tutti noi. Ho pensato molto e molto spesso alle modalità della morte di Ciccio. L’essere venuto meno proprio in Chiesa mentre onorava la memoria del Padre ci ha consegnato per Ciccio un copione di una morte che ha qualcosa di solenne, di aureo, di nobile, quasi fosse la morte di un personaggio della mitologia che nel ricordo del proprio Padre defunto, decide di raggiungerlo. Avrei tante altre cose da dire sul mio rapporto con Ciccio e sulle esperienze di quegli anni. Se è vero che sono i migliori a lasciarci anzitempo, devi sapere che non solo nella stretta cerchia della Vostra famiglia, Tuo marito ha lasciato un vuoto incolmabile. Lo ha lasciato anche in chi ha saputo apprezzarlo per il Suo modo gentile di essere amico, guida, punto di riferimento. Questo se non lenisce il dolore, sicuramente rende più piacevole il ricordo di una persona perbene quale era il sempre più compianto Ciccio.

28 luglio 2008

lunedì 28 luglio 2008


A Motta viene ricordato Francesco Verduci.


Organizzata dalla Fidal Calabria, con la collaborazione del Comitato Organizzatore Locale presieduto da Giovanni Verduci, si disputerà sabato 2 agosto 2008, a Motta San Giovanni (RC), la 1^ Americana Gara Internazionale – corsa su strada ad eliminazione, valevole per l’assegnazione del 1° Trofeo “Francesco Verduci”.Alla gara parteciperanno circa 40 atleti, con un cast d’eccezione che vedrà al via i migliori esponenti della specialità, con i prestigiosi campioni africani sopratutto provenienti dal Kenia e dal Marocco e con i migliori atleti italiani tra i quali, anche, elementi di spicco delle società calabresi Hobby Marathon Catanzaro, Violetta Club Lamezia, Atletica Sciuto Reggio Calabria, che tenteranno di iscrivere il proprio nome nell’albo d’oro della manifestazione. Enorme l’impegno del presidente regionale della Fidal, Ignazio Vita, nella scelta dei partecipanti e nel diramare gli inviti.La gara, ad invito, si snoderà su un percorso stradale cittadino di circa 800 da percorrere 14 volte per un totale di 11 Km e 200 metri, che interesserà le caratteristiche vie della cittadina reggina. La partenza avverrà alle ore 20.30 da Piazza del Borgo e gli atleti dopo aver attraversato Via Messana, Via Mazzini (corsia mare), Via Vacalebre, Via San Giovanni, Via Greco, Piazza della Municipalità, Via Mazzini (corsia monte), ripasseranno da Piazza del Borgo, ove dopo i previsti 14 giri è posto anche il traguardo.Si tratta di una gara affascinante che coinvolgerà notevolmente il pubblico, infatti i 40 podisti partiranno tutti insieme e dovranno gareggiare ad andatura limitata sul percorso, nel tratto conclusivo di ogni giro sarà “lanciata” una volata e gli atleti dovranno impegnarsi allo spasimo per evitare l’eliminazione, e così avverrà per ogni giro; variante all’ultimo giro quando i podisti rimasti in gara si disputeranno un rush finale di 800 metri, sull’intero giro per aggiudicarsi la vittoria ed il 1° Trofeo “Francesco Verduci”.Il pubblico che giungerà sia dalla Calabria che dalla vicina Sicilia per assistere ad una gara spettacolare certamente già dalle prime ore del pomeriggio cercherà di aggiudicarsi le migliori postazioni nelle piazzette e nei caratteristi vicoletti di Motta San Giovanni per seguire la gara ed incitare i concorrenti. Comunque l’evento potrà essere seguito da qualsiasi punto in quanto è previsto su tutto il tracciato un servizio di speakeraggio, effettuato da uno speaker eccezionale, Lodovico Nerli Ballati, da sempre speaker ufficiale della Maratona “Città di Roma”.Il programma di massima prevede, per sabato 2 agosto, alle ore 19,45 la riunione della commissione tecnica e del comitato organizzativo, alle ore 20,00 il ritrovo della giuria e dei concorrenti, alle ore 20,30 la partenza della corsa su strada ad eliminazione, alle ore 21,30 la cerimonia di premiazione e la consegna del Trofeo “Francesco Verduci”, nonché la Consegna della Stella di Bronzo al merito sportivo alla memoria (Onorificenza Coni), alle ore 22,00 intrattenimento con la partecipazione del Gruppo Folkclorico “Città di Motta San Giovanni”.In Piazza del Borgo sarà allestito uno stand per la degustazione di prodotti tipici ed il ricavato della vendita dei prodotti sarà integralmente devoluto in beneficenza a Padre Manuel Casillas – Missionario Comboniano – Sud Africa. In anteprima venerdì 1 agosto 2008 alle ore 11.30 presso Palazzo Foti di Piazza Italia a Reggio Calabria è programmata una conferenza stampa di presentazione dell’evento.Sul sito http://www.fidalcalabria.it potranno essere seguiti tutti gli aggiornamenti, i nominativi dei partecipanti, la pianta del percorso, le classifiche e le foto della manifestazione.


Ed ecco una breve sintesi biografica dello sportivo e dell’uomo, cui è dedicato questo Primo Trofeo.“Francesco Verduci nacque a Motta San Giovanni (RC) il 5 agosto 1952 e morì l’8 gennaio 2007, colpito da infarto mentre nella chiesa di Santa Caterina stava assistendo ad una messa in suffragio del padre Angelo. Ciccio, come lo chiamavano gli amici, ha dedicato la propria vita alla famiglia ed al lavoro, dove eccelleva per le sue grandi doti umane e professionali, con la sua scomparsa, ha lasciato un vuoto incolmabile non solo nella sua famiglia, ma anche in quanti lo conobbero.La professionalità, le capacità organizzative, la disponibilità, la bontà, il parlar poco e il sorriso sono state le doti che lo hanno contraddistinto.Per ampliare le sue conoscenze, mettendole dopo a disposizione dei colleghi e della collettività, è stato sempre presente ai convegni organizzati dall’Associazione Ragionieri Dipendenti Enti Locali. È stato un uomo di sport, il calcio lo ha visto protagonista nelle squadre locali e nel Motta, dove indossò la maglia negli anni Settanta; era un super tifoso juventino, della Reggina e un appassionato di atletica tanto che nel 1974 fondò, in collaborazione con il prof. Giovanni Verduci, il Gruppo Sportivo Mottese. Egli riteneva che l’attività sportiva fosse attività di cultura, cioè manifestazione di vita, di educazione, di formazione e di crescita morale e civile.Dal 1977 è stato tecnico allenatore, dal 1981 giudice di gara provinciale, dal 2005 ufficiale di gara regionale. Dal novembre 1992 Consigliere del Comitato Regionale Fidal. Nel 1992 la Federazione Italiana di Atletica Leggera l’aveva insignito dell’onorificenza della “Quercia Sportiva” e nel 1997 gli fu conferita la “Quercia di 1 grado”.Avviò alla pratica dell’atletica leggera tantissimi giovani del paese, con i quali partecipò a numerose gare provinciali, regionali e nazionali ottenendo ovunque ottimi risultati nelle varie discipline , nonostante la mancanza di ingenti risorse e la limitatezza dei mezzi a disposizione. Organizzò diverse competizioni a Motta, dando lustro al paese e agli stessi ragazzi.Varie furono le edizioni del concorso Esercito Scuola, i campionati regionali giovanili di corsa campestre sugli spettacolari percorsi sterrati di Motta e numerose sono state le sfide di marcia avvenute sul lungomare di Lazzaro. Da ogni manifestazione traeva lo spunto per organizzare una gara di atletica legandola alla circostanza come ad esempio nell’agosto 1979 quando diede vita al “1^ Coppa dell’Assunta” che si ripeterà per ben quattordici edizioni ed in seguito, inserita quale prova per i Campionati Regionali di Corsa in Montagna.Anche negli ultimi anni in qualità di dirigente, organizzò nel paese importanti manifestazioni e convegni di studio apprezzati per l’ottima riuscita in tutti gli aspetti organizzativi. Era orgoglioso di far parte del Gruppo Giudice Gara, nel quale operava con serietà, abnegazione e senso del dovere.Questa 1^ Americana Gara Internazionale, viene dedicata a Francesco Verduci, in quanto, poco prima di morire, aveva espresso agli amici della Fidal il desiderio di voler organizzare tale manifestazione a Motta. Dopo la sua scomparsa, grazie a coloro che non hanno dimenticato, è stato possibile realizzare questo suo desiderio”.
Carmelo Regolo

martedì 1 luglio 2008

l'UDC si organizza a Montebello


Si sono gettate le basi per la nascita dell’UDC (Unione di Centro) nel comune di Montebello Jonico, con un incontro dal tema: “Verso l’Udc, le ragioni di una scelta”.
All’incontro, organizzato a Saline Joniche, hanno partecipato personalità, iscritti e simpatizzanti dell’ex partito dell’Udeur, quali il consigliere regionale On. Pasquale Tripodi, l’ex segretario provinciale Paolo Roberto Mallamaci e l’ex segretario comunale Giuseppe Crea.
Molta gente presente al ristorante “Il Laghetto” per sentire la nuova linea politica nel territorio del partito di Pierferdinando Casini.
Il partito dell’UDC montebellese vanta già un numero di oltre 70 iscritti e tra qualche mese si doterà di una sezione con lo svolgimento del primo congresso comunale, propedeutico al congresso provinciale di fine settembre.
I lavori sono stati introdotti da Giuseppe Crea, ex segretario Udeur, che ha parlato delle motivazioni ideali mediante i quali si è stabilito di aderire al partito dell’Udc, un partito che mira a tutelare i valori della vita, della famiglia, della solidarietà e dello sviluppo.
Paolo Mallamaci ha sottolineato che il partito mira a diventare un terzo polo omogeneo, diversamente dalle due coalizioni di destra e di sinistra, disomogenee al loro interno, nelle quali c’è tutto e il contrario di tutto.
Mallamaci ha proposto la propria candidatura alla segreteria provinciale del partito, affermando che il primo impegno elettorale dell'Udc si è rivelato fruttuoso, avendo il partito di centro ottenuto alle ultime elezioni politiche il 7,8% dei voti a livello provinciale.
Poi ha spiegato le ragioni per cui i rappresentanti e gli iscritti in massa hanno lasciato il partito dell’Udeur, cioè per la nota vicenda dell'arresto di Pasquale Tripodi non tutelato dal partito e dallo stesso segretario Mastella.
La confluenza nel partito dell'Udc è stata dettata non da ragioni opportunistiche (l'adesione è avvenuta infatti prima delle elezioni politiche), ma per una scelta di storia e di valori.
Mallamaci e si è soffermato anche sulla costruzione della centrale a carbone a Saline.
Riguardo questo problema, molto sentito dalla popolazione, l'ex segretario provinciale ha detto che un progetto che inquina è da respingere al mittente, ma nei confronti della società svizzera Sei, che ha presentato il progetto, non c’è un no ideologico ma si guarderanno le carte e poi si deciderà con serenità.
Ha concluso gli interventi l'On. Pasquale Tripodi che ha parlato delle inefficienze della Regione verso lo sviluppo economico e occupazionale della Calabria, e del suo interessamento verso Montebello e l’area grecanica, con il dirottamento di molti fondi verso quest’area degradata.
Aderire all’Udc, ha detto Tripodi, significa accettare certi valori di fondo e fare politica in un certo modo, cioè una politica che stia a contatto con i problemi della gente per cercare di risolverli.
L’Udc sarà presente alle prossime consultazioni comunali, che si svolgeranno tra un anno, con un progetto organico di sviluppo del territorio comunale, che sarà proposto alle altre forze politiche, alle associazioni e alla società civile.
Sono aperte le iscrizioni al partito. La quota associativa è divisa per fasce di età: la tessera del socio Giovane (dai 16 ai 28 anni) e del socio Senior (oltre i 65 anni) costerà 10 Euro; quella del socio Ordinario (dai 29 ai 65 anni) 25 Euro.
(Articolo tratto da http://www.montebelloblognews.com/)

lunedì 30 giugno 2008

Quando è la scuola a dare il cattivo esempio.


Dottoressa G. Caminiti
Responsabile ufficio Scolastico Provinciale di Reggio Calabria


Quando è la scuola a dare il cattivo esempio. Questo potrebbe essere il titolo di un componimento che tra farsa e tragedia greca, ha coinvolto in fase di redazione degli scrutini una parte degli alunni e del corpo docente delle scuole medie di Saline, facenti parte dell’Istituto comprensivo di Montebello Ionico. Narra la storia che in una classe numerosa, la 2b, in un primo tempo il collegio dei docenti decida di non ammettere alla terza classe ben 7 scolari, con motivazioni diverse, alcuni per un cospicuo numero di assenze, ben oltre il consentito dalle Ordinanze Ministeriali, altri ancora per il profitto non ritenuto soddisfacente dagli insegnanti. Appena in paese si sparge la voce delle “bocciature”, il Dirigente riconvoca i docenti che evidentemente rinsaviti, e rendendosi conto dell’errore commesso nella prima tornata di scrutini, (ma non tutti perché alcuni insegnanti lasciano le insufficienze anche nel secondo verbale) decidono che prima avevano fatto uno scherzetto ai quei malcapitati bocciati, e i sette alunni che non avevano numeri e titoli per essere promossi, nel verbale del secondo scrutinio, come per incanto diventano bravi al punto che sono ammessi, superando così lo scoglio degli scrutini e nel prossimo anno frequenteranno la terza classe. La cosa miracolosa è che diventano bravi anche quelli che, non classificati nel primo quadrimestre perché non sono stati potuti interrogare in quanto non presenti alle lezioni, tra il primo e secondo verbale vengono esaminati telepaticamente dai professori e raggiungono come gli altri, la sufficienza. Ora se la cosa non riguardasse l’Istituzione Scuola, la “narrazione” potrebbe dare adito ad una grossa risata e si potrebbe evidenziare solo il pressappochismo di una parte del corpo docente che con il loro operato e con la loro azione hanno screditato la scuola e cosa ben più grave, hanno disorientato gli alunni frequentanti la classe 2b che con impegno e dedizione si sono applicati durante tutto l’anno scolastico per conseguire, non solo i voti necessari per essere promossi, ma anche e soprattutto una istruzione che li possa preparare ad essere cittadini modello. Trattandosi però dei nostri figli, ai quali cerchiamo sempre di dare il miglior esempio possibile, educandoli al senso del dovere e al rispetto delle regole, alcune domande ce le dobbiamo porre, giusto per dare nell’ambito familiare risposte adeguate ai nostri ragazzi. E vorremmo sapere, se questo è ritenuto legittimo dai docenti e dal Dirigente dell’Istituto comprensivo, quali criteri sono stati adottati per valutare gli alunni al fine di stabilire se sono stati rispettati i principi di omogeneità e imparzialità nella valutazione complessiva di tutti i componenti della classe. Infatti, è opinione diffusa tra i genitori degli scolari frequentanti la classe, che evidenti sperequazioni siano state subite da coloro che in modo diligente e con un impegno assoluto si sono applicati nel corso dell’anno scolastico e chi, pur non avendo partecipato alle lezioni con assiduità e non raggiungendo la sufficienza nelle materie di studio è stato lo stesso ammesso alla classe terza. Perché tutto questo sta comportando negli alunni che hanno studiato con dedizione e senso del dovere una evidente sfiducia , in quanto la decisione di promuovere tutti, a prescindere dalla frequenza scolastica, dai risultati conseguiti e dall’impegno profuso durante l’anno scolastico, ha mortificato gli sforzi di chi si è con abnegazione applicato per raggiungere i risultati richiesti dal corpo docente. La considerazione che emerge da questa situazione paradossale è che, se già a livello della scuola dell’obbligo, non passa il concetto di meritocrazia e del rispetto delle regole, perché tanto si può non frequentare le lezioni e si può anche non studiare perché poi alla fine dell’anno scolastico vengono tutti promossi, la scuola non verrà vista dai ragazzini di questa fascia di età come un “dovere” prioritario, ma solo come una zona di parcheggio dove trascorrere parte della giornata. Il pericolo che si corre, è che dal prossimo anno anche i nostri figli inizieranno a fare i lavativi, perché tanto alla fine “saranno tutti promossi”. Se vogliamo combattere e vincere la cultura mafiosa e in generale ogni forma di sopruso che domina in questo sfortunato lembo di terra, deve essere proprio la Scuola a dare il miglior esempio possibile, ribadendo i valori indispensabili per dare agli alunni insieme alla cultura e all’istruzione, esempi positivi per preparali ad essere cittadini diligenti e rispettosi delle regole e delle norme che disciplinano il convivere civile.


Saline Joniche li 27 giugno 2008 Paolo Mallamaci
A nome del comitato genitori della 2b.

Mallamaci Paolo Roberto
Via nazionale trav. I n.11
89060 SALINE IONICHE (RC)

domenica 15 giugno 2008

martedì 29 aprile 2008

Motta: ancora sulla commemorazione,l'intervento della Direzione Didattica.

Lo speciale di ReggioTV










Ex Udeur all'Udc senza equivoci e "nacamenti"

Il gruppo degli amici di Pasquale Tripodi ha deciso di aderire "senza se e senza ma" al partito dell'Unione di Centro. La decisione è stata presa teoricamente da tutti coloro i quali sulla carta si dicono amici di Pasquale Tripodi. Ma ora dalle parole bisogna passare ai fatti. Cio' significa che in tutti i consessi , gli eletti nelle Istituzioni devono confluire nel gruppo consiliare dell'UDC. Chi non lo fa' si metterà automaticamente fuori dal partito e si allontanerà dal movimento che ruota intorno al politico Bovese. Per cui la costituzione alla Provincia di gruppi autonomi per puntellare posizioni personali non sono, o meglio non sara' tollerata. Chi si riconosce nel nostro movimento deve in modo chiaro e senza equivoci, mettersi la "maglietta" dell'Udc. In questo senso Pasquale Tripodi è stato molto chiaro.

giovedì 24 aprile 2008

Commemorato il Maestro Giovanni Mallamaci



...............alcune riflessioni...................



· La giornata della commemorazione nasce dall'esigenza evidenziata agli alunni della Scuola elementare di motta, di sapere chi era il maestro a cui era stata intotolata la scuola. Anche a me è capitato, più volte salendo a Motta, di incontrare dei ragazzini che accostando il mio cognome alle scuole elementari mi abbiano chiesto chi era Giovanni Mallamaci . Spesso non ho avuto non ho avuto la prontezza per rispondere a questa semplice domanda posta quasi sempre in modo molto garbato e timidamente. Questa domanda è sempre risuonata nella mia mente in modo ricorrente....

Per dirla con il linguaggio di oggi, mio padre era un uomo all’antica, mosso da un rigore morale che solo una forte fede in Dio può dare, una persona che aveva una grande carica spirituale e altissimi ideali etici e a cui si ispirava nella vita di tutti i giorni.
· E proprio la profonda fede religiosa lo ha aiutato nei momenti difficili della sua vita e lo ha portato ad affrontare con cristiana rassegnazione la malattia che lentamente ma in modo inesorabile lo stava spegnendo nel fisico ma mai nella mente che è rimasta sempre attenta e lucida.
· Aveva un grande senso del dovere che lo portava a impegnarsi con abnegazione come educatore nella scuola ma anche nel sociale, diventando un punto di riferimento costante per tante generazioni di Mottesi. Era profondamente attaccato a questa comunità, che aveva contribuito a scolarizzare fin dalla fine della seconda grande guerra, allorquando ritornò a Motta dopo aver prestato servizio come sottufficiale nell’esercito.
· Questa esperienza per lui fu fortemente formativa e ne parlava sempre con grande entusiasmo. In questa esperienza maturò una altra qualità che per lui era insostituibile nella scala dei valori: il senso dello Stato, della legalità, il rispetto della Costituzione. Era così legato a questa gente che allorquando ebbe l’opportunità di andare, dopo essere risultato idoneo al concorso, a fare il direttore didattico in un altro Paese, non se la sentì di allontanarsi, perché diceva che stando accanto ai mottesi, spesso più grandi di lui, aveva conosciuto uomini e donne con storie diverse, con esperienze significative, forse di minore impatto sociale ma esperienze molto più rilevanti di quelle che aveva maturato lui, gente con un bagaglio culturale enorme, di vita vissuta spesso fuori, spesso nelle miniere e nelle gallerie di mezzo mondo.
· Non se l’è sentita di allontanarsi da questi contatti umani quotidiani, perché diceva sempre che in mille occasioni, negli sguardi, negli occhi, nei gesti, nel sudore che la fatica di un lavoro pesante determinava, di ciascuno di coloro i quali si rivolgevano a lui per un qualsiasi consiglio, avvertiva il dolore di una vita vissuta fatta di stenti, il sacrificio che si consumava spesso lontano dagli affetti familiari, spesso leggeva la tragedia che stava incombendo a causa della silicosi che avanzava inesorabile. E si stringeva intorno ai bimbi di allora, nei quali leggeva il senso di smarrimento e di vuoto che solo la prematura dipartita di un padre può procurare, quasi per lenirne la sofferenza, quasi per alleviare con un sorriso o una carezza il dolore per una vita già vissuta in salita ma che ora per quei bambini diventava ancora più irta di ostacoli e di difficoltà.
· Tutte queste sensazioni lo avevano reso più ricco e accresciuto al contempo la consapevolezza che il tanto tempo speso in questa comunità non era stato né vano né inutile. Ma in compenso tante sono state le occasioni nelle quali ha sentito il calore umano di gente umile e semplice come lui lo era, ma gente fiera e orgogliosa che nel dopoguerra portava con dignità e a testa alta un carico di difficoltà che solo lo stare assieme in un senso compiuto di comunità rendeva più lieve e sopportabile.

· Chi non ha vissuto la vita di Motta in quegli anni non può comprendere il ruolo che ha svolto e il contributo che ha dato affinché certe dinamiche portassero la nostra cittadina a sviluppare un dirompente processo di espansione e di crescita che ha portato il nostro comune ad essere una isola felice e punto di riferimento in tutta la provincia.
· Diceva che il rispetto si doveva dimostrare sempre e soprattutto quando una persona, una famiglia era in difficoltà. E’ stato un maestro di altri tempi, ma è stato anche un padre molto rigoroso che ha dato ai propri figli una educazione inflessibile su alcuni valori che per lui erano imprescindibili. E’ stato un genitore dai tratti gentili come solo chi aveva un animo poetico sapeva essere, ed è stato un marito attento e premuroso, profondamente innamorato fino all’ultimo istante della sua veloce permanenza terrena di sua moglie che ha onorato e venerato in modo costante e continuo per tutta la vita.
· E il concetto di famiglia per lui non aveva gli stretti confini delle mura della propria casa, perché avendo un legame solido di affetto con i propri fratelli e con le sorelle, veniva naturale ragionare in termini di famiglia inglobando i nipoti, i fratelli, ma anche i tanti cugini con i quali c’era stima profonda.
· Aveva tanti amici storici, quelli della ringhiera di piazza Borgo, con i quali in Cielo starà continuando a parlare dei problemi del paese e dei propri figli, ma era l’amico di tutti. Per tutti aveva una parola di conforto, per tutti aveva un consiglio, e a casa nostra la chiave era sempre nella toppa perché in qualsiasi momento c’era un amico che poteva venire a sottoporre un problema e non era giusto farlo aspettare.
· Che oggi a distanza di venti anni la comunità mottese lo ricorda con questo affetto e anche con tanta nostalgia, per noi è motivo di ulteriore orgoglio e felicitazione. Perché se è vero che l’assenza di un genitore si avverte sempre, anche a distanza di decenni, anche a distanza di una vita per lunghi versi consumata, sapere che il ricordo viene condiviso con tutta una comunità che gli ha voluto bene, che lo ha stimato e fortemente apprezzato nel suo operato, rende questo vuoto un poco più dolce.

· Grazie quindi a coloro che si sono impegnati per l’ottima riuscita di questa manifestazione, a partire dalla direttrice Marafioti per le parole che ha voluto dedicare e la prof.ssa Francesca Triolo che le ha lette; a Bruno e Grazia Minniti ,a Lillo Mallamaci, a Ninello Verduci per le testimonianze, al prof. Trunfio per le splendide note del silenzio, a Santina Mallamaci per la scenografia . I cori dei bambini e degli adulti magistralmente diretti dall' esperta Lidia Caracciolo e Cristina Gangemi. In particolare un grazie agli alunni delle classi IV con le insegnanti Mirella Santo, Angela Marcianò, Domenica Gullì.Agli alunni delle classi V con le insegnanti Angela Cogliandro e Antonina Infortuna. Alla prof.ssa Rosanna Squillaci,. a Lillo Sergi. Alla sig. Maria Apollaro, responsabile del plesso che ci ospita, che ha coordinato il tutto nonostante l'incidente occorsole. Alla dirigente dott.ssa Caterina Autellitano subito disponibile ad avallare ogni iniziativa per portare ancora più in alto il nome della scuola.
· Un sentito ringraziamento alle Istituzioni presenti, al Sindaco, al Vice Presidente del Consiglio Provinciale, ai consiglieri provinciali, al Dott. Lamberti, che qui è nella veste di uomo di cultura. A Pasquale Tripodi, che oggi malgrado importanti impegni ha voluto essere presente per testimoniare alla mia famiglia, vicinanza ed affetto, ai tanti amici che mi hanno fatto la sorpresa di salire e molti per la prima volta in questa cittadina ricca di storia e di cultura, che si staglia maestosamente tra l’Aspromonte e il mar Ionio…
· Ci conforta sapere che a distanza di tanti anni nostro padre continua ad essere indicato come un esempio positivo da imitare per i tanti bambini che oggi frequentano queste aule e che domani saranno la classe dirigente della Nazione e soprattutto, ci conforta sapere che questa laboriosa comunità non lo abbia dimenticata. Grazie di cuore.

mercoledì 23 aprile 2008

martedì 22 aprile 2008

Elezioni:importante l'apporto degli ex Udeur per l'UDC





Le elezioni politiche hanno fotografato un paese che ha voluto fortemente cambiare pagina bocciando la precedente esperienza dell’Unione in modo inequivocabile. In provincia di Reggio Calabria, le distanze che si sono registrate tra le due grandi coalizioni sono ancora più marcate rispetto al quadro nazionale e questo anche “grazie” ad alcune scelte in tema di candidature fatte dal PD fermo al 34 % in Italia e sprofondato al 27% in provincia di Reggio. Il dato della Calabria rafforza l’idea che in Italia c’è ancora spazio per un grande centro equidistante dalle due più importanti coalizioni, capace di intercettare non solo l’elettorale scontento, ma che diventa interlocutore credibile allorquando la proposta di governo è innovativa,efficace e valida. La scelta di campo compiuta dal gruppo degli iscritti al partito dei Popolari Udeur di confluire nel progetto politico dell’Unione di centro all’indomani dei noti fatti del febbraio scorso, si è verificata vincente e lungimirante. Lo sforzo profuso dagli amici di Pasquale Tripodi è stato al contempo imponente ed entusiasmante, anche perché non era facile motivare i propri aderenti e attivisti su un percorso politico condiviso dalla stragrande maggioranza, ma che non vedeva nelle liste emanazioni dirette quantomeno in posizione eleggibile del proprio gruppo. I dirigenti, i Sindaci,gli amministratori e tutti gli iscritti si sono impegnati in modo lodevole nei comuni della provincia per far capire agli elettori l’importanza di un voto in una campagna elettorale, che non era per noi solo un test di rilevanza nazionale, ma che è diventato di fatto, il tratto distintivo per capire attraverso i consensi conseguiti dall’Udc e la conseguente analisi del voto, se la base del partito fosse in sintonia con le scelte da noi operate nelle due grandi manifestazioni di popolo tenute all’Odeon il 14 marzo e al Cedir il 1° aprile. Il risultato ottenuto, sia alla Camera che al Senato infatti, in alcune aree dove era più forte la presenza degli ex Udeur è stato eccezionale e ben al di sopra della media conseguita dall’Udc in provincia. Ma in generale in tutti i comuni è stato determinante l’apporto degli iscritti alle sezioni e degli amministratori vicini a Tripodi che sono riusciti a mobilitare uomini e donne per conseguire un risultato che alla vigilia del 1° aprile era assolutamente inaspettato. Il dato ci conforta e ci soddisfa, dunque, ma ci indica anche bisogna accelerare quei processi di integrazione ancora necessari tra le varie anime che compongono oggi l’Udc per poter formulare nel prossimo futuro ancora meglio una proposta di governo che partendo dalla nostra provincia, riguardi i nuovi assetti della Regione Calabria. In questa direzione un ruolo importante lo sta svolgendo l’On. Pasquale Tripodi che si sta adoperando insieme al Segretario Provinciale Candia per riorganizzare il partito nel reggino, e si sta spendendo in un tour de force in tutti i comuni per studiare ed analizzare le criticità in modo da arrivare al prossimo congresso provinciale con una proposta politica unitaria che superi la logica delle correnti. In questa ottica gli incontri previsti il 24 aprile per la riorganizzazione del movimento giovanile ed il 28 aprile per riorganizzare il partito nella città di Reggio e le altre 20 tappe previste a maggio in provincia, vanno nella direzione di rimettere in moto le attività di un gruppo che con queste elezioni ha gettato il seme per un grande partito nazionale fortemente radicato nel cuore della gente.

Paolo Mallamaci

lunedì 21 aprile 2008

Motta ricorda il maestro "Giovanni Mallamaci"


Motta ricorda il maestro "Giovanni Mallamaci" Da Strill.it



lunedì 21 aprile 2008
Giovedì 24 aprile importante ricorrenza all'Istituto Comprensivo di Motta. Alle ore 9,30 presso la scuola "G. Mallamaci" di Motta Centro, si terrà una cerimonia per ricordare la figura del maestro Giovanni Mallamaci, l'uomo, l'insegnante e l'amministratore che, a venti anni dalla morte, viene ancora indicato come esempio del vivere a servizio della comunità. Giovanni Mallamaci, nato a Motta S.G. il primo Agosto 1928, a soli 20 anni iniziò la sua carriera di insegnante presso la Scuola Elementare di Motta San Giovanni. Dopo una breve parentesi da amministratore, durante la quale si adoperò per risolvere i numerosi problemi della scuola, ritornò al suo impegno originario all'interno dell'istituzione scolastica rappresentando un valido aiuto per tutti i direttori didattici che si succedettero alla guida del Circolo di Motta. Uomo colto e dagli svariati interessi si dedicò al giornalismo e, collaborando come corrispondente per numerose testate nazionali, seppe farsi portavoce delle esigenze dei suoi concittadini. Fu uomo impegnato anche nel sociale, e anche in questo campo seppe essere d'aiuto alla collettività nel suo duplice ruolo di Presidente dell'Azione Cattolica e membro del Circolo Culturale Mottese. La cerimonia durante la quale verrà ricordato il maestro Mallamaci coinciderà con la giornata della legalità che verrà sviluppata dagli alunni con il prezioso apporto del corpo docente dell'Istituto Comprensivo. Fabio Macheda

domenica 20 aprile 2008

Motta ricorda "G. Mallamaci"

Dal Quotidiano del 20 aprile 2008





mercoledì 16 aprile 2008


Il 24 aprile alle 9,30 presso la Scuola elementare di Motta centro, verrà ricordato, a 20 anni dalla scomparsa "Giovanni Mallamaci", maestro elementare a cui è stata intitolata la scuola.

martedì 15 aprile 2008

Elezioni: bene l'UDC

Il commento di Pasquale Tripodi.
"Esprimiamo piena soddisfazione per la brillante affermazione elettorale conseguita dall'Udc sia a livello nazionale sia a livello regionale, ma ancor più per quanto riguarda la provincia di Reggio Calabria in ragione della particolare situazione del partito dello Scudocrociato nel comprensorio reggino a causa delle recenti defezioni a tutti ben note". E' quanto sostiene, in una dichiarazione, il consigliere regionale Pasquale Tripodi, ex Udeur e che di recente ha aderito all'Udc. "La positiva risposta dell'elettorato calabrese e dell'intera provincia di Reggio Calabria - aggiunge Tripodi - ci corrobora delle oggettive difficoltà incontrate in questa campagna elettorale, con esiti che confermano senza ombra di dubbio che l'Udc riveste nella nostra regione un ruolo importantissimo in quanto la fiducia che l'elettorato ha in esso riposto ci pone come uno dei punti di riferimento di tutto il comprensorio. Questo ci onora ed allo stesso tempo ci carica di una notevole responsabilità in vista delle prove che ci attendono, dato il mutato contesto storico-politico, ma forti del consenso ottenuto, della validità e della forza della nostra tradizione, dei nostri valori e dei nostri principi di ispirazione cattolica-liberaldemocratica, siamo pronti ad affrontare le sfide future quale rappresentanza politica di un centro moderato e moderno in grado di inglobare al proprio interno le varie componenti moderate e capace di rispondere in modo efficace ed efficiente alle diverse istanze dei cittadini". "Tali considerazioni - sostiene ancora Pasquale Tripodi - trovano concordanza di pensiero, pur manifestando il nostro rammarico per non aver potuto raggiungere a causa di soli 200 voti, la soglia dell'8% su base regionale utile per l'assegnazione di un seggio al Senato. Un risultato , ciononostante, di tutto rispetto e che ci inorgoglisce. Basti pensare, a tal proposito, che rispetto alle politiche del 2006 l'Udc ha raggiunto un risultato di gran lunga superiore, incrementando il dato al Senato di 2 punti di percentuale". "Prendiamo atto, inoltre, con segno di stima - conclude Tripodi - che i nostri candidati hanno onorato al loro non semplice compito con estrema correttezza, conseguendo risultati eccellenti". (ANSA

giovedì 3 aprile 2008

La manifestazione al Cedir: alcune considerazioni di Mallamaci

Alcuni spunti dal mio intervento:

· .... Molti di voi conosceranno la storia del nostro movimento in questi ultimi anni. Il gruppo che si rifà sulle posizioni di Pasquale ha iniziato a muovere i primi timidi passi sin dal lontano 2001, all’interno dell’udeur concentrandosi soprattutto nell’area grecanica della provincia e iniziando da lì un percorso politico che ci ha visti protagonisti in tutte le tornate elettorali che si sono succedute negli anni successivi. Nel 2005, nel 2006, prima alla camera e poi alle provinciali questo movimento è riuscito ad essere assoluto protagonista riuscendo a portare a casa risultati di assoluta importanza, spesso con percentuali a doppia cifra e con risultati elettorali di assoluto rilievo come le oltre 11.300 preferenze conseguite da Pasquale alle ultime regionali, frutto di un lavoro corale. Un lavoro di radicamento capillare in tutta la provincia e non solo.
· Alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del parlamento, questo gruppo poteva contare su un V.P. della provincia, 3 consiglieri provinciali, un consigliere nella città capoluogo, 2 presidenti della comunità montana, 12 sindaci e oltre 70 assessori comunali e un numero importante di consiglieri comunali. Ma soprattutto poteva contare su una forza popolare di attivisti e iscritti , ben 3500, oltre a tanti militanti che spassionatamente hanno sempre seguito con interesse e simpatia la nostra azione politica.
· Per le vicende a tutti voi note, questo movimento ha deciso con una azione unica credo nella storia della politica di uscire dall’Udeur per esprimere solidarietà e vicinanza ad un amico coinvolto in una vicenda dai risvolti contradditori e di ripensare al proprio percorso politico.
· Il 14 marzo, in occasione del nostro ultimo incontro all’odeon, ci eravamo ripromessi di rivederci prima delle elezioni per fare il punto della situazione e decidere tutti assieme la strada da prendere. Da quella data, molti incontri si sono tenuti, non solo in provincia ma anche fuori, per capire,studiare, interrogarci e poi decidere. Nella nostra ultima riunione tenutasi al centro civico di pellaro, mercoledì scorso, quasi all’unanimità abbiamo deciso di accettare una grande e appassionata sfida. Potevamo scegliere la strada più facile, schierarci di qua o di là, ma sarebbe stato un atto che avremmo compiuto contro le nostre idee e contro la nostra storia.
· Certo molte sirene cantavano verso zio Silvio, seduttore come pochi. Ma certe scelte politiche non ci hanno convinto perché lontani dalla nostra forma mentis. E ci saremmo trovati in forte disagio con chi ha del mezzogiorno d’Italia una visione del tutto distorta dalla realtà.
· Sicuramente a pochi di noi è passato per la mente di abbracciare il credo di Veltroni, un signor tentenna che con i sui luogotenenti in Calabria ha umiliato una regione facendola passare come un ricettacolo di negatività. Invece la Calabria è terra fiera, orgogliosa, onesta e fatta da tanta gente per bene che non capisce perché deve votare una lista composta in gran parte da poliziotto e vedove che nessun radicamento hanno con questa provincia. Il Pd ha fortemente umiliato la rappresentanza commissariando di fatto questa regione. Non può essere titolo per essere eletti in parlamento l’ essere mogli di servitori della patria a cui va tutto il nostro affetto. E lasciando a casa uomini e donne che avevano un forte radicamento nel territorio.
· La scelta è dunque quella di una grande sfida. Abbiamo deciso che era giunto il momento di sentirci impegnati tutti in prima persona nella costruzione di un nuovo partito dei moderati sulla scia del Partito popolare europeo che abbia un progetto per l’Italia imperniato sulla difesa «dei nostri valori e della tradizione cristiana».
· Questa che si apre è una fase di grande libertà per tutti ha detto Casini recentemente: «Chi è affascinato dal Pdl segua la sirena e vada dove lo porta il cuore. Io so però che c’è un popolo vastissimo che non accetta l’impostazione tradizionale del centrodestra e che ce ne è uno altrettanto vasto deluso dal voto che ha dato a Prodi e al centrosinistra. Oggi dobbiamo gettare il seme di un grande partito nazionale, radicato nel cuore della gente, che competa e vinca, ispirato al Partito popolare europeo. "Non ci deve spaventare l'ipotesi di perdere, in politica si perde e si vince. Quello che deve spaventare una classe dirigente è la prospettiva di essere liquidata con il marchio dell'ignavia e della rassegnazione". Dobbiamo lavorare per un soggetto politico: "Aperto a laici e cattolici, pluralista, popolare, giovane, animato dai valori cristiani".
· Ecco, questa è la vera sfida. Dare voce,forza e consistenza a questa vasta area di centro che non si sente rappresentato né dalla destra né dalla sinistra che in Italia oggi è maggioranza silente e che noi dobbiamo portare ad essere una grande forza in parlamento.
· E per farlo dobbiamo superare in fretta la logica di questa legge elettorale, che non elegge i propri rappresentanti ma li nomina. Due persone determinano i destini dell’80% del parlamento. E’ una legge liberticida che dobbiamo superare. Oggi vige la logica della politica fatta con slogan pubblicitari tipo Mulino bianco; Andate a vedere se i candidati hanno messo la propria foto sui manifesti. Non le troverete, c’è solo il marchio del partito, come i detersivi, ma questa non è politica. Dobbiamo superarla in fretta.
· "Non ci sono armate invincibili davanti a noi. Il nostro destino è quello dell'assunzione di responsabilità per dare speranza a coloro che pur nelle nostre inadeguatezze ed errori ci hanno accompagnato in questi anni. A loro dobbiamo parlare con un linguaggio chiaro;Dobbiamo rafforzare questa area di centro per evitare di consegnare l'Italia ad un'alleanza eterogenea che difficilmente potrebbe governare e tamponare un'emorragia silenziosa". "Non so se ci sia in Italia una maggioranza moderata, ma dobbiamo lavorare per dare loro una rappresentanza adeguata;
· La sfida è sui temi della politica quali: l'unità nazionale, l'identità cristiana, la difesa della famiglia, delle imprese, del volontariato, la collocazione europea e atlantica dell'Italia, le riforme strutturali in economia, quella sulle pensioni, le liberalizzazioni, la modernizzazione del Paese. Su queste tematiche si intende avviare il confronto con tutte le forze politiche per far emergere le rispettive posizioni e coglierne le contraddizioni. Il futuro non può dipendere dal carisma personale di un leader, dagli uomini della provvidenza, per quanto meritevoli. Il futuro dipende soprattutto dalla capacità di radicare nel Paese partiti che siano portatori di valori e di contenuti. L'Udc, in questo senso, ha le carte in regola per assolvere a questo compito, forte della sua tradizione, che affondano le radici nella cultura cattolica-liberaldemocratica.
· Ma oggi l’Udc e la rosa bianca rappresentano un primo importante embrione di quel grande partito dei moderati che subito dopo il 14 aprile tutti assieme dovremo far crescere nell’idea della gente. All’indomani delle elezioni, con l’ingovernabilità che questo sistema partorirà dobbiamo essere pronti a raccogliere le istanze che vengono dalla scomposizione delle due maggiori coalizioni.

mercoledì 2 aprile 2008








E Pasquale Tripodi entrò in casa Buttiglione...




di Manuela Foti (Tratto da Strill)



In un auditorium del Cedir pieno come raramente lo si è visto, a testimoniare vicinanza e affetto a Pasquale Maria Tripodi, spetta al vibrante discorso di Paolo Mallamaci introdurre i lavori del convegno che suggella l’ingresso dell’ex Assessore regionale, e del suo gruppo, nelle file dell’UDC.
Un battesimo di prestigio salutato dalla presenza del Presidente del partito dello scudo crociato, Rocco Buttiglione, che ha avuto immediatamente modo di saggiare l’entusiasmo e quella che sarà la risposta alle urne “degli amici di Tripodi”. <>. L’ex ministro, nella nostra città anche per inaugurare il Casini -point, offre così il suo benvenuto ai fedelissimi di Tripodi (gruppo ex “Popolari-Udeur”) e tra barzellette e citazioni colte affronta anche il tema elettorale più caldo nella nostra regione: la lotta alla ndrangheta. Guai alle strumentalizzazioni, ammonisce il presidente dell’UDC. Partendo dal ricordo della figura di Giovanni Falcone che operò contro la mafia senza mai farsi strumentalizzare da alcuna forza politica, Rocco Buttiglione sollecita ad una lotta unitaria e senza esitazioni dinnanzi a quello che viene definito “un cancro” per la nostra regione. <> e la si sconfigge sul terreno della politica oltre che sul fronte dell’azione delle forze dell’ordine. Il gruppo ex “Popolari-Udeur” provinciale - autosospesosi in seguito al voltafaccia operato da Mastella nei confronti di Pasquale Tripodi nei giorni del suo arresto - accoglie e rilancia la sfida di un progetto politico che intende gettare il seme per la costituzione di un grande centro. Al di là della criticata legge elettorale la scomposizione dei poli che potrebbe configurarsi all’indomani del voto potrebbe vedere il centro giocare un ruolo fondamentale. Ecco perché, dunque, ancora una volta si respingono con forza le lusinghe del PdL. L’incontro del Cedir vetrina importante anche per i candidati dell’UDC Mario Tassone, Gino Trematerra, Roberto Occhiuto, Franco Candia, Pasquale Inzitari, Antonino Verduci.

sabato 29 marzo 2008

Notizia "Ansa" delle 15.38


Pasquale Tripodi passa all'Udc



sabato 29 marzo 2008
Il consigliere regionale della Calabria Pasquale Tripodi, ex Udeur, ha deciso di aderire all'Udc. L'adesione di Tripodi sara' ufficializzata nel corso di un incontro che il consigliere regionale avra' il primo aprile a Reggio Calabria con il presidente dell'Udc, Rocco Buttiglione. Tripodi, ex assessore regionale al Turismo, era stato arrestato il 13 febbraio scorso con l'accusa di associazione mafiosa nell'ambito di un'inchiesta condotta dalla Dda di Perugia. Tripodi era stato successivamente scarcerato in seguito alla decisione del Tribunale della liberta' del capoluogo umbro di annullare il provvedimento restrittivo emesso a suo carico. Il consigliere regionale, dopo la scarcerazione, aveva annunciato il suo abbandono dell'Udeur motivando la decisione col fatto di non avere ricevuto solidarieta' dal leader del partito, Clemente Mastella. (ANSA).

Primo aprile: incontro con Buttiglione


venerdì 21 marzo 2008

Sciolta l'Asp n° 5

La provincia dei commissari e delle vedove.
E’ in atto un tentativo di mettere il bavaglio alla società reggina in tutti quei settori che in qualche modo hanno a che fare con la politica. Lo scioglimento dell’Asp 5 di Reggio Calabria per infiltrazioni mafiose è un fatto di una gravità inaudita che mette di fatto alla gogna una intera classe dirigente affibbiando a tutte le professionalità presenti nell’Asp una etichetta di mafiosità che sarà difficile nel tempo rimuovere. C’è un tentativo perpetrato da una certa classe politica che governa oggi Reggio da Roma, di controllare attraverso la pratica dell’Antimafia estesa ad ogni livello, ogni attività di governo e di gestione nella nostra provincia. Dopo aver annullato di fatto con le candidature pilotate dall’alto la rappresentanza reggina nel prossimo Parlamento nazionale, mettendo nella testa delle liste elementi di sicuro prestigio ma che nessun radicamento hanno con la nostra realtà, e non conoscendo i problemi veri che affliggono i nostri giovani, le nostre borgate, le nostre città, sicuramente saranno poco incisivi nella direzione della soluzione dei problemi che oggi si sono oltremodo acuiti, oggi si apre una nuova stagione che supera il concetto classico che eravamo abituati a dare alla stagione dell’antimafia. Dopo le vedove, infatti oggi in Parlamento ci rappresenteranno coloro i quali fino a ieri erano preposti al controllo del territorio e a gestire l’attuazione di processi di carattere amministrativo come la direzione di una Asp ci calano dall’alto un prestigioso Generale dei carabinieri, umiliando di fatto le professionalità e le competenze locali; siamo davanti ad una vera e propria bocciatura di una classe politica e questo sta ingenerando nell’opinione pubblica un senso di sfiducia generalizzato e di discredito di coloro i quali si occupano della cosa pubblica. Ma una altra considerazione mi viene spontanea: nei mesi scorsi abbiamo assistito ad almeno due grandi scandali nella sanità, nel Lazio e in Campania. Perché lì non sono state adottate analoghe misure da vero e proprio stato di polizia? La provincia di Reggio Calabria non è solo ndrangheta e malaffare, ma oggi qualcuno specularmene sta cercando di far passare a tutti livelli che qui è tutto è sporco e frutto di compromessi. Si sta cercando in tutti i modi i modi di criminalizzare una classe politica che è stata legittimata da un voto popolare. La regia è unica, c’è qualcuno che sta azzerando una intera classe dirigente per trovarsi il campo libero fra qualche anno, forse per arrivare con il terreno libero alle prossime regionali.

venerdì 14 marzo 2008

All'Odeon si riuniscono gli amici di Tripodi

Cinema Odeon: oltre mille persone strette intorno a Pasquale.



Il discorso di Mallamaci
Carie amiche e cari amici, dove eravamo rimasti? L’11 febbraio a Pellaro, in un comitato provinciale che in quella sede non esitai a definire tra i più difficili e combattuti della mia gestione, poiché ci ritrovammo come sicuramente ricordate molti di voi, a prendere alcune decisioni importanti, che in ciascuno dei presenti allora, provocarono crisi di coscienza e un profondo travaglio interiore. Era stata decisa in quella assise , la candidatura di Pasquale al Senato e ci stavamo preparando,uscendo dal centro civico di Pellaro, ad una campagna elettorale difficile ma entusiasmante che sicuramente sarebbe stata coronata dalla elezione in Parlamento del nostro leader pasquale Tripodi. Uscendo da li’ subito mettemmo tutti in moto le nostre macchine elettorali per conseguire il massimo successo possibile, pur nella difficoltà di far capire al nostro elettorato un cambio delle alleanze che fino a quel momento avevamo sostenuto. Infatti nel suo articolato intervento di chiusura, Pasquale ci comunicò cge da lì a poche ore si sarebbe dimesso da Assessore Regionale, perché non avrebbe potuto tenere due linee di condotta diverse a Reggio e a Roma. Tutto era deciso ormai e si trattava di una scelta di non ritorno.
L’entusiasmo di quella giornata è stato raggelato la mattina del 13 febbraio,allorquando ci siamo svegliati sotto il peso di un fardello pesantissimo e la notizia arrivò a tutti noi in un baleno. Un pugno allo stomaco, un senso di oppressione, la mancanza di respiro, gli occhi inumiditi dal pianto, sentimenti di inquietudine, incredulità,sconforto e rabbia, tutte queste sensazioni si sono unite alla sofferenza quasi fisica per la notizia che avevamo appreso. Ma quella terribile nuova, l’ordine di custodia cautelare firmato ai danni di Pasquale ha avuto però in noi un effetto strano, quasi dirompente. Quella notizia ha risvegliato e mobilitato le coscienze di quanti lo hanno conosciuto e stimato e hanno creduto sempre in lui e sono qui anche stasera a testimoniargli,affetto,vicinanza e stima.
Nelle ore successive si è scatenata una vera e propria gara di solidarietà di tanti amici di Reggio e non solo, tutti corsi a stringersi intorno a Lucia e a quelle ormai due signorinelle che rispondono al nome di Paola ed Eleonora. Da ogni angolo della provincia, chi non è potuto venire ha telefonato, ma a San Leo la casa di Pasquale è diventato un luogo di pellegrinaggio con centinaia di persone che in silenzio e costernati si sono stretti intorno alla famiglia. Una vera e propria processione di affetto, di stima, una testimonianza mai vista nel passato e che non avrà eguali nel futuro semmai e speriamo di no, a qualcuno dovesse capitare di essere vittima di una enorme ingiustizia.
La vicenda giudiziaria dopo 23 giorni si è conclusa felicemente. La decisione del Tribunale per il riesame di Perugia, che ha revocato il provvedimento restrittivo a carico di Tripodi, per illegittimità del provvedimento, ci conferma ancora una volta, che dobbiamo avere fiducia nella magistratura. Certo, la decisione di emettere una ordinanza di custodia cautelare in carcere sulla base di indizi assolutamente inesistenti aveva messo a dura prova la fiducia e anche la credibilità nei confronti di detta istituzione. Ma poiché non avevamo alcun dubbio sulla onestà dell’amico Tripodi oggi non ci sorprende questa sentenza che praticamente smonta il teorema accusatorio messo in piedi dal Gip.
Nelle ore successive al 13 febbraio, ci siamo mobilitati per trovare conforto e tutela nella politica. Chi vi parla ha contattato più volte Mastella e gli componenti della direzione nazionale dell’Udeur,senza alcun risultato. Del Mese, Di Stefano, Sganga, si erano volatilizzati. In tarda mattinata ho avuto modo di parlare con Picano, al quale ho chiesto di fare da tramite con il caro Clemente affinché assumesse una posizione chiara per tutelare la dignità umana e poi politica nei confronti del nostro leader, del Suo amico Pasquale Tripodi. Eravamo convinti che dopo aver dimostrato alla moglie, alla signora Lonardo solo qualche settimana prima, solidarietà convinta e calorosa, egli avrebbe fatto lo stesso,ora che noi avevamo bisogno di Lui. La risposta sconcertante che abbiamo ricevuto è stata la seguente:
''Loiero sa bene che Pasquale Tripodi - che ci auguriamopossa al piu' presto chiarire la sua estraneita' alle accuse contestategli - datempo era distante dal Partito e che la segreteria nazionale dei Popolari-Udeurnon lo ha mai indicato a ricoprire le deleghe di assessore cui lo ha chiamatodirettamente e autonomamente lo stesso Governatore della Calabria''. A questo punto, dopo lasomma di vicende che hanno riguardato quasi tutti i Partiti, riteniamo opportunoche il Presidente Loiero compia un gesto di generosita' dimettendosi, dandocosi' ai cittadini calabresi la possibilita' di andare a nuove elezioni e dilegittimare un nuovo governo regionale''.


Di Mastella non fatemi parlare, non voglio più parlare, ed oggi solo nominarlo è come sparare sulla CRI. Ha dimostrato di essere un piccolo e abietto uomo oltre che un politico sprovveduto. E se oggi è caduto in disgrazia, forse qualche fulmine o qualche saetta partita da questa provincia è arrivata a destinazione. In quelle ore in cui tutti prendevano le distanze da Pasquale, come se non lo avessero mai visto, conosciuti, stimato, ma Pasquale chi?, dicevano a piazza Italia, una sola chiara e forte voce si è alzate a difesa della sua onorabilità, insieme alle nostre ben più flebili.
“Nel frattempo, però, un minimo di ragionamento è opportuno farlo. Decisamente torto, sul piano politico, hanno tutti coloro i quali dopo tre anni di legislatura prendono le distanze dall’assessore Pasquale Tripodi, quasi non l’avessero mai conosciuto, stimato, scelto come compagno di viaggio affidandogli deleghe regionali importanti e, nel caso dell’Udeur, pronti a proporre l’elezione al Parlamento. Qui oltre alla bugia c’è un cinismo che fa a fette l’umanità di ogni individuo e che ci deve indurre a riflettere su quanto di grave sta accadendo nel mondo politico. Da anni l’Udeur, da un lato, e il presidente Loiero, dall’altro, hanno individuato nelle capacità di Tripodi una sintesi d’impegno politico ed amministrativo nella regione Calabria. Prendere le distanze ora, in questo momento critico per lui, cui personalmente auguro, di cuore, che possa dimostrare la sua estraneità dalle accuse che gli muove la magistratura, è quantomeno osceno sul piano umano”. “Ma sul piano politico un comportamento del genere non può passare inosservato, perché tradisce un’irresponsabilità, di chi lo pone in essere, i cui costi si vorrebbero scaricare sulle persone che, per un motivo o per l’altro, finiscono nella rete della magistratura inquirente e che, però, e questo non è mai superfluo ricordarlo, sono innocenti fino a quando non vi sia una sentenza di condanna.”

Grazie Toto’, grazie a nome di tutti noi, perché hai dimostrato di avere notevoli attributi politici e umani e lo hai fatto sapendo che te l’avrebbero fatta pagare, a Vibo, a casa tua dove stai per partecipare in una competizione elettorale che ti auguriamo con tutto il nostro immenso cuore di vincere. Per questo le dichiarazioni che abbiamo sentito dopo la remissione in libertà da parte di altri autorevoli esponenti regionali, ci sembrano tardive perché arrivano quando il quadro indiziario e’ stato chiarito dalla stessa magistratura. Dopo aver collaborato con Tripodi per diversi anni, e dopo aver vissuto sul campo una stagione politica terribile per le varie vicende che si sono succedute in Calabria dal 2005 in poi, una dichiarazione di fiducia sulla correttezza di Pasquale avrebbero dovuto farla ante e non post provvedimento di scarcerazione, così come ha fatto l’On. Borrello. Evidentemente sono stati condizionati tutti da un clima preparato ad arte per non consentire la candidatura al Senato di un esponente politico che per come aveva lavorato in questi anni, sarebbe stato eletto solo con i voti della provincia di Reggio
Il gruppo dell’Udeur è rimasto compatto e non ha subito malgrado lo tsunami che si è abbattuto, significative defezioni. I sindaci, gli amministratori comunali e provinciali, i dirigenti di partito hanno moltiplicato lo sforzo nei vari luoghi dove sono stati impegnati per far valere le ragioni dello stare assieme, per evitare fratture e divisioni, per tenere unite le sezioni. Insieme abbiamo deciso di sospenderci dal partito e di rimarcare le distanze da questo uomo ingrato, e insieme abbiamo deciso di non assumere decisioni politiche fino a quando tra di noi non fosse ritornato Pasquale. Vedete, proprio in queste ore ho preso coscienza della forza di popolo che in nostro gruppo rappresenta. La marea di gente che ci ha espresso solidarietà calore e vicinanza in questi lunghi e difficili giorni mi ha commosso. E’ venuta fuori la connotazione popolare di un gruppo che si e’ caratterizzato per essere fortemente radicato in provincia ma soprattutto è unito da solidi legami di amicizia e affetto e si muove sulla direttrice di valori che sono un collante inossidabile. Oggi siamo rimasti gli unici a poter organizzare manifestazioni splendide come questa, perché abbiamo una anima pura e siamo l’unica vera grande forza popolare .
Vedete infatti cosa succede nelle vicinanze del PD. La decisione della direzione regionale di quel partito che ha stabilito un prezzo per i posti in Parlamento (50 mila prima e 50 mila dopo una volta eletti), porta a chiedermi dove è andata a finire l’anima popolare dei due grandi partiti di massa che lo hanno fondato. E mi chiedo come fanno a rimanere vicini ad un partito elitario e classista (non tutti possono pagare certe cifre per essere eletti in Parlamento), i grandi esponenti politici che il 14 ottobre si sono spesi per la costruzione del PD. A loro consentitemi di appellarmi e lo faro’ direttamente ne prossimi giorni, affinché si uniscano a noi per ridare dignità e rappresentanza ad una provincia che oggi è messa sotto scacco da decisioni che ai più appaiono cervellotiche. E mi riferisco alle candidature calate dall’alto nel PD in particolare ma in generale in tutti gli schieramenti, candidature che sono sradicate dal territorio e poco rappresentative dei tanti problemi che oggi invece devono essere affrontati. Si e’ voluta penalizzare una provincia e un popolo che invece ha dimostrato grande forza e grandi capacità. Da qui la considerazione che saremo sempre antagonisti di questa classe dirigente che rappresenta oggi il PD su scala regionale.
Molti mi hanno chiesto in questi giorni cosa faremo dopo l’uscita dall’Udeur, a tutti ho dato l’appuntamento ad oggi e il tema dell’incontro è proprio cosa fare? A questa domanda darà risposta tra poco Pasquale. Ma personalmente sono oltremodo consapevole che questa battuta di arresto che ha subito Pasquale, ha fatto pagare un prezzo politico altissimo a tutti noi. Ma sono anche convinto che questa ingiustizia subita, ci ha dato maggiore vigore e ci porterà ad impegnarci ancora di più perché non abdicheremo mai per via giudiziaria dal ruolo che gli elettori ci hanno dato nella provincia di Reggio Calabria. In questa assise stabiliremo il percorso futuro del nostro movimento. Ma le direttrici su cui ci muoveremo sono,credo, ormai chiare ai più. La costituzione di un grande centro, di una grande forza dei moderati e dei popolari non è più differibile ormai.
In conclusione consentitemi una parentesi personale. Domani ricorre un anno da quando sono stato eletto alla guida del Campanile reggino. E’ stato un anno bellissimo, intenso, vissuto senza respiro, pieno di iniziative che hanno arricchito il mio percorso politico e credo abbiano dato un contributo in direzione della crescita di questa provincia. Due iniziative su tutte mi preme ricordare; il convegno uno sguardo al futuro che ha tracciato le linee di sviluppo della città capoluogo e il primo corso di formazione politica che ha interessato 30 giovani di questa provincia. Ma tante sono state le occasioni nelle quali ho sentito il calore umano di tanta gente per bene, tante sono state le opportunità che ho avuto di conoscere uomini e donne con storie diverse, con esperienza significative, con un bagaglio culturale e politico molto più ampio del mio che hanno accresciuto la mia esperienza e la consapevolezza che il tanto tempo speso in questo mandato non è stato né inutile né vano. La vostra vicinanza, in modo particolare nei 23 giorni dell’affaire Tripodi mi ha dato serenità e una forza interiore che ho messo a disposizione di una nobile causa; difendere l’onorabilità di un amico, di una bella persona come Pasquale e in generale difendere un gruppo, un movimento, che stava per essere preda di tanti avvoltoi. A tutti voi va il mio sentito ringraziamento e un abbraccio affettuoso e sincero. In tutte le feste in generale non dovrebbero mancare i dolci. Avevo pensato di fare una torta grandissima da dividere con tutti coloro che mi sono stati vicini. Non è stato possibile per una serie di motivi, economici e organizzativi. Ma consentitemi simbolicamente di donare a Pasquale un ricordo che possa addolcire l’amarezza che sicuramente egli serba in se per il difficile periodo che ha appena trascorso. Pasquale, trovi in questo involucro dei dolci che vorrai gustare nella quiete della Tua famiglia. Sono dei cannoli, rigorosamente, cannoli siciliani. Grazie a tutti per la fiducia che mi avete accordato in questi mesi, spero di essere stato all’altezza del compito che mi avete affidato. Ma una cosa è sicura: farò sarò sempre parte di questo gruppo a prescindere dal ruolo che mi chiamerete a ricoprire. Perché qui mi sento a casa mia, perché proprio in questi momenti, abbiamo dimostrato tutti assieme di essere una squadra splendida, una vera grande famiglia dai nobili valori e dal radioso avvenire.