venerdì 5 ottobre 2007

Anno zero:la disinforazione in campo.

Di fronte a trasmissioni televisive come “anno zero” di giovedì sera, non è più questione di schieramenti partitici, ma di civiltà o inciviltà giudiziaria di un Paese. Non sembra proprio che ci sia da rallegrarsi se qualche magistrato d’assalto attacca ora Mastella e Prodi. E non ha vista lunga né memoria chi si augura che ora il circuito mediatico-giudiziario trituri vittime nel centro-sinistra, magari gustando il sapore sottile della vendetta. Il punto è un altro: erano davvero magistrati, quelli di cui si parlava l’altra sera in TV, quelli che intervenivano a ruota libera sulle proprie inchieste e sui propri processi, circondati da platee inneggianti?
Il magistrato, dice la Costituzione, è indipendente e imparziale. La legge aggiunge che egli esercita le sue funzioni con correttezza, riserbo ed equilibrio. Quelli di cui abbiamo avuto notizia giovedì sera sembravano piuttosto degli arruffa-popolo, sciatti nel linguaggio e nello stile: chi potrebbe aver reale fiducia nelle loro doti di imparzialità ed equilibrio, se mai dovesse esser fatto oggetto delle loro attenzioni?
Il rispetto dei ruoli istituzionali e il necessario riserbo sembrano non avere più alcun significato per questi nuovi eroi da blog “grillesco”. Come si sa, su richiesta del Ministro della Giustizia, il p.m. De Magistris deve assoggettarsi fra qualche giorno al giudizio della sezione disciplinare del Consiglio Superiore della Magistratura. Quest’ultima deve valutare se, potendogli esser addebitati fatti rilevanti sotto il profilo disciplinare, egli debba essere cautelarmene trasferito, in via provvisoria, ad altra sede. E’ certo una decisione delicata, per il tipo di inchieste che il Nostro conduce, per gli indagati eccellenti che sembrano profilarsi, e per gli strumenti un po’ disinvolti che in tali inchieste sembrano essere stati usati (intercettazioni telefoniche a tappeto di personalità istituzionali). E’ una decisione delicata anche per il tipo di procedura, appunto il trasferimento provvisorio disposto in via cautelare, su richiesta del Ministro, prima (e non dopo) che l’addebito disciplinare o penale sia dimostrato. Procedura che, sia detto per inciso, la legge prevede dall’ottobre del 2006, regnante la maggioranza di centro-sinistra (Santoro l’altra sera è incorso in uno svarione non si sa quanto involontario, accusando invece Berlusconi dell’innovazione legislativa).
Ebbene, nulla però autorizza l’indebita pressione rovesciata sulla sezione disciplinare del C.S.M. da una trasmissione come quella dell’altra sera. E’ una questione, appunto, di rispetto dei ruoli istituzionali e di civiltà giuridica. In altre circostanze, avremmo ascoltato lo stesso C.S.M. lamentarsi per la grave lesione alla propria autonomia.
Se servisse a qualcosa, ai novelli eroi del circo mediatico-giudiziario, inclini ricercare il sostegno di platee invasate, andrebbe ricordato che nella nostra civiltà non è il consenso popolare a porsi come misura di legittimazione dei modi con i quali si esercitano le funzioni giurisdizionali.
La fiducia dei cittadini nella giustizia si nutre della sua imparzialità e soprattutto del suo apparire tale. Ma l’altra sera, in TV, non è apparso nulla di tutto questo.

1 commento:

Anonimo ha detto...

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