Comunicato stampa
Stamane, lunedì 8 ottobre 2007, al Centro Civico di Pellaro (RC), i Popolari-Udeur di Reggio Calabria hanno tenuto una conferenza stampa sul tema “Le ragioni di una scelta: adesione ai Popolari-Udeur di amministratori e personalità della società civile”. L’iniziativa è stata voluta dal gruppo provinciale del partito per dimostrare – attraverso la presentazione dei numerose nuove adesioni di amministratori locali, professionisti e imprenditori – la vitalità del partito stesso pur in un momento molto delicato, critico, della vita politica nazionale.
Hanno presenziato alla conferenza stampa l’Assessore regionale alle Attività Produttive e al Personale, dott. Pasquale Tripodi, il segretario provinciale Udeur, Paolo Mallamaci, il capogruppo alla Provincia, Gigi Giugno, il consigliere provinciale Giovanni Barone il consigliere comunale, Domenico Meduri, il responsabile cittadino, Lillo Zappia, e il segretario Giovani, Fabio Calarco
Ha aperto i lavori il segretario Paolo Mallamaci: «E’ una giornata importante, quasi simbolica per L’Udeur in Calabria, soprattutto alla luce della situazione nazionale, comprendendo anche la bagarre tra Mastella e de Magistris, questione sulla quale a livello provinciale e regionale abbiamo scelto di non intervenire, se non per sottolineare soltanto che l’iniziativa di Mastella rientra tra le sue prerogative. Oggi siamo qui per presentare l’adesione al nostro partito di 4 sindaci, 3 ex assessori comunali di Reggio e di numerosi altri esponenti del mondo delle associazioni e professioni. A una settimana dalla nascita del PD, l’Udeur risponde così agi attacchi mediatici, aprendo le porte a chiunque non si riconosce nel nuovo partito democratico. Si presenta, quindi, con un volto nuovo, con un percorso politico che vuol dare risposte alla gente, dimostrando con forza di voler essere interlocutore e lanciando un messaggio di positività. Se oggi, sul territorio provinciale di Reggio Calabria, abbiamo 12 sindaci e 2 presidenti di Comunità Montane su 5, qualcosa vorrà pur dire». Intervengono a seguire:
- Salvatore Galluzzo, sindaco di Gerace: «le ragioni della mia scelta di aderire all’Udeur sono molteplici, dettate soprattutto dal voler tenere alto il nome della Calabria e dalla necessità di creare punti di riferimento validi, spesso assenti in politica. Il mio è un “rientro a casa”, perché ero della DC. Un sindaco deve dare risposte sempre più concrete alla propria gente e sono convinto che l’Udeur possa farlo. Sono qui per testimoniare la mia scelta e soprattutto la mia vicinanza a persone che operano per il benessere della comunità e non per cose che vanno in direzione contraria».
- Rocco Palermo, sindaco di San Procopio: «Il collega di Gerace ha detto che le ragioni della sua scelta sono molteplici. Per me si riassumono in un'unica parola: la speranza. Prima di decidere mi sono molto guardato intorno, ho partecipato a molti incontri, trovando motivazioni, osservando la gente presente e conoscendola personalmente. Mi sono quindi detto: se c’è tanta gente perbene, che vive la politica nel senso più puro del termine, allora questo è il posto giusto per me. Sono certo che la mia scelta sarà motivo di tranquillità per i miei cittadini, il mio paese preaspromontano – ricordo che San Procopio non fa parte né del Parco d’Aspromonte, né della Comunità Montana – e per la mia coscienza».
- Pino Bova, ex assessore comunale di Reggio Calabria: «Raccolgo l’entusiasmo di tante persone della società civile che da tempo credono nel progetto di sviluppo dell’Udeur. Accolgo l’invito dell’Assessore di una rigenerazione politica di questo territorio. Non è più il momento di fare guerre intestine che indeboliscono la classe politica e la capacità di fare proposte. La politica deve interpretare i bisogni della gente e saper dare opportunità ai giovani. Mario Draghi ha detto che lo sviluppo dell’Italia è impossibile se non parte dal Sud. Non può però arrivare dall’alto, ma deve partire da noi. In Italia è il momento delle grandi aggregazioni, i moderati stanno ragionando su un progetto di sviluppo del territorio. Mutuando Kennedy, chiediamoci cosa possiamo fare noi per la nostra Regione, per renderla seria e protagonista. La mia adesione all’Udeur, dopo 30 anni di DC, è un passo molto importante. Faccio gli auguri a tutti noi».
- Mimì Pellicanò, ex assessore comunale di Reggio Calabria: «Mai come ora viviamo una crisi della politica, in cui la classe politica è sempre più autoreferenziale e isolata dalla gente. La legge elettorale non ha fatto che rendere più profondo questo solco e d è emblematico che sia un comico, Beppe Grillo, a farsi interprete delle esigenze della collettività. Sono venuti meno i partiti, la loro crisi soffoca la politica e, con essa, cresce la disaffezione dei cittadini. Il PD nella sua formulazione corrispondeva alle esigenze collettive, ma la sua gestazione non ci ha poi convinto, è solo il riposizionamento di vecchie voci, di una vecchia nomenclatura. Per riformare la politica ci vuole ben altro. La mia scelta di aderire all’Udeur nasce dalla possibilità di ritrovare, con esso, valori e ideali che furono alla base della democrazia, gli stimoli, la forza e le motivazioni per nuovi orizzonti di un mondo migliore».
- Filippo Lanuzza, componente Nucleo di valutazione presso il Consiglio regionale della Calabria: «Le mie attività lavorative nel settore sociale e quelle in seno al sindacato si sono sempre inevitabilmente intrecciate con il mio percorso politico. Sono una persona moderata. Anni fa avevo aderito al Rinnovamento Italiano Lista Dini, dove sono stato componente della Direzione nazionale, e con l’allora Ministro degli Interni Napolitano sono stato Capo di gabinetto del vice-Ministro Giorgianni (il magistrato che proprio a Reggio si è impegnato con forza contro l’abusivismo edilizio). Nel 2001 ho fondato a Reggio un circolo culturale – ricreativo, “Il triangolo”, che si occupa dei problemi della Calabria e che, tra il 2004 e il 2005, aveva aderito alla Margherita. Perché ora aderisco all’Udeur? Intanto è una scelta collettiva, nata dopo un confronto sereno tra i soci dell’associazione che rappresento. Ed è dovuta alla nascita del PD, che ci lascia perplessi con le sue incoerenze e i contrasti. Vogliamo continuare a fare politica, che per noi è passione, e vogliamo farla con un nuovo progetto per un percorso politico moderato. Ci siamo confrontati con il programma dell’Udeur e abbiamo cercato un interlocutore capace, che è sicuramente l’Assessore Pasquale Tripodi, che riteniamo certamente all’altezza della situazione».
- Gianni Barone, consigliere provinciale eletto a Palmi: «quando anni fa abbiamo iniziato questo percorso, avevamo ragione. Il momento adesso è particolare, guardiamo al futuro senza però dimenticare il passato. Il nostro partito non è “settario”, ma lascia ciascuno libero di esprimersi e anche dissentire dagli altri. Può darsi che presto riusciremo a costituire un’ampia area moderata, noi non siamo il centrosinistra, non abbiamo firmato un contratto indissolubile con il centrosinistra, ma siamo alleati con il centrosinistra, che è cosa ben diversa. Mastella a Reggio ha detto “noi siamo portatori di un’idea”. Dunque, visto che da soli non potremmo chiaramente governare, dobbiamo avvicinarci a chi voglia portare avanti quest’idea e percorrere insieme il nostro percorso.
Quanto all’avv. Veneto, mi auguro che ragionando insieme, possa presto cambiare idea rispetto alla sua decisione di andarsene».
Ha concluso i lavori l’Assessore regionale, Pasquale Tripodi: «Intanto ringrazio tutti voi per la vostra presenza. La situazione politica regionale e provinciale ci impone un cambiamento di rotta, rispetto anche alla discussione che c’è nel Paese. Non mi riferisco alla questione Mastella-de Magistris, sulla quale già Mallamaci ha brevemente riferito, quanto invece all’antipolitica, fondata su tutto ciò che la politica non è riuscita a fare, alle riposte che non è riuscita a dare. Va fatta una riflessione, anche a Reggio Calabria.
Con i nuovi aderenti c’è una condivisione di valori. I bisogni della gente devono essere la guida della nostra azione. Nonostante tutti gli sforzi che a livello regionale abbiamo fin qui fatto, infatti, purtroppo questi bisogni non sono stati ancora soddisfatti. E allora stiamo progettando l’idea di sviluppo da proporre alla nostra provincia. Quali i principi? Il confronto con tutti. Alcuni temi – sanità, lavoro, occupazione – non hanno colore politico. Abbiamo il dovere di indicare una soluzione, secondo quelli che sono i nostri valori – famiglia e stato sociale – assi portanti della società. La sinistra estrema non può ritenere di condizionale un programma che a suo tempo abbiamo sottoscritto insieme, un impegno che va mantenuto secondo quelle linee e ,se così non è, l’Udeur si sente libero. Stiamo valutando di fare un confronto sugli impegni già presi. Se il PD ha creato una “fuga” da tali orientamenti, è perché su quei valori non si trova. Come fa chi – nella Margherita – crede nel cattolicesimo moderato a condividere i propri valori con chi, invece, parla di riformismo laico? Noi crediamo nella democrazia cristiana, non come partito, ma nei valori sui quali si fondava. Su questo non ammettiamo deroghe.
Un cenno alla questione Veneto: sono d’accordo con Gianni Barone che il partito debba fare ogni sforzo per recuperare il rapporto con l’avv. Veneto. Fermo restando, però, che la sua decisione è stata ponderata e sofferta, dunque nessuno si potrà e dovrà sentire responsabile nel caso in cui lui resterà della sua idea.
Con i sindaci che hanno aderito, che conoscono i bisogni della propria gente (tra loro anche il più giovane d’Italia, Salvatore Foti di Terranova Sappo Minulio), inizieremo un confronto serio all’interno della politica e all’interno dello stato sociale. Faremo ogni sforzo per migliorare le condizioni di vita della collettività. Dalla nostra non abbiamo la bacchetta magica, ma la nostra onestà intellettuale».
L’Ufficio Stampa dei Popolari Udeur
Reggio Calabria, 8 ottobre 2007