giovedì 23 agosto 2007

Saline Ioniche: è necessaria una attenta riflessione.

Saline Ioniche ritorna spesso all’attenzione dell’opinione pubblica in presenza di notizie che in qualche modo riguardano la riconversione industriale dell’area del cosiddetto “pantano “ , ciclicamente interessata ad interventi che mettono a dura prova l’ecosistema di una zona tra le più belle e suggestive dell’intera nazione, che purtroppo a causa dell’incuria dell’uomo, è diventata esempio negativo di politiche industriali che fin dal famoso pacchetto Colombo hanno dato alla nostra terra una caratterizzazione, quella industriale, in stridente contrasto con una naturale vocazione turistica. Legambiente nei giorni scorsi ha lanciato un grido d’allarme, l’ennesimo in questi anni, (dopo la pirite del 1997, la centrale alimentata dai rifiuti solidi del 2001, con l’ipotesi di costruire un termovalorizzatore a due passi dal centro abitato, per finire alla centrale alimentata a metano del 2003), oggi apprendiamo che una società svizzera ha già acquisito le quote della SIPI per realizzare una centrale a carbone di 1200 mw, la cui tipologia d’intervento è simile al processo industriale già provato nel Lazio. Di primo impulso ci scriviamo anche noi al partito del No incondizionato alla centrale al carbone, sia esso solido che liquido, perché riteniamo che nessun intervento che possa portare danno all’ambiente e nocumento alla persona possa essere tollerato in qualsiasi angolo della nostra terra e men che meno a Saline che ha già pagato un prezzo altissimo per scelte scellerate compiute ai danni dei cittadini e dell’intero sistema socio economico calabrese. E chi scrive ha ancora in corso una vertenza giudiziaria con una società satellite della Sipi nata allorquando da consigliere comunale di Montebello Ionico , si è battuto contro l’ipotesi della costruzione di un Termoconvettore verso il quale allora abbiamo assunto una posizione di netta chiusura. Ma alcune considerazioni devono essere fatte con la lucidità necessaria e spogliandosi da preconcetti ideologici che rischiano di viziare un processo decisionale gravato da condizionamenti dottrinali. Parrebbe che la società che è alle spalle di questa iniziativa abbia solide capacità economiche e una autorevolezza anche sui mercati internazionali tale che ci fa capire che oggi non siamo di fronte ai soliti speculatori da due soldi che vengono al sud a razziare risorse da investire altrove. E parrebbe pure che la società svizzera non abbia chiesto ancora nessuna legge speciale e nessun finanziamento alla Regione e al Governo Nazionale, avendo risorse proprie pari a 30 milioni di euro da investire in un progetto industriale serio e credibile. Quindi ci troviamo di fronte ad imprenditori che credono in un piano di impresa e sono pronti a rischiare il proprio capitale e questo per l’area di Saline è un fatto assolutamente nuovo che possiamo registrare come elemento positivo. Personalmente non posso entrare nel merito del progetto che si vorrebbe attuare nell’area dell’ex Liquichimica, in primis perché non lo conosco se non per averlo appreso sulla stampa, e poi perché non avrei le conoscenze tecniche e la necessaria preparazione per esprimere alcun giudizio. Ma ritengo che il Sindaco di Montebello debba costituire una commissione di concerto con Provincia e Regione, affinché si valuti scientificamente e quindi in modo inconfutabile, la pericolosità dal punto di vista ambientale del progetto degli Svizzeri e solo dopo, nel caso in cui emergessero elementi di pericolo per l’ambiente e per l’uomo, esprimersi negativamente. Perché per troppe volte abbiamo detto no a tutto, e forse anche per questo ancora oggi ci ritroviamo a distanza di trenta anni con una tremenda incompiuta che scuote il cuore e le coscienze di chi vive quella realtà, e che già così è incompatibile con le risorse naturalistiche dell'area. E se come parrebbe scontato la centrale a carbone non riscuote alcun gradimento, forse sarà possibile coinvolgere questi imprenditori in iniziative che diano una prospettiva di sviluppo all’intera area industriale. Quindi il mio vuole essere un invito all’ascolto delle ragioni di coloro i quali pensano ad un destino diverso per Saline, per superare posizioni ideologiche di rifiuto di ogni iniziativa.

Paolo Mallamaci
Segretario Provinciale dei popolari Udeur
23 agosto 2007

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