Nella conferenza stampa tenuta ieri, il segretario provinciale del PD ha proposto una iniziativa di legge per reintrodurre le preferenze per la elezione dei deputati al Parlamento e in generale in tutte le assemblee elettive nelle quali per principio, “dovrebbero essere i cittadini a dover scegliere i loro rappresentanti e non le segreterie romane per una basilare questione di democrazia, in quanto con le liste bloccate viene leso un principio essenziale, quello della rappresentatività”. Nell’incontro, è stato sottolineato inoltre che “quando i Parlamentari vengono nominati dai vertici di partito si disinteressano dei problemi del territorio e che quanti sostengono le liste bloccate sono necessarie in Calabria, perché qui c’è la ‘ndrangheta, offende la dignità di questo popolo e alimenta il pregiudizio nei confronti dei calabresi, che vengono così tacciati di essere tutti mafiosi”. Queste mere enunciazioni di principio sono ovviamente da me condivise e sono il leit motiv della campagna elettorale dell’UDC che già a partire dalla legge elettorale per le Europee si è battuta per mantenere le preferenze che i due grandi partiti-coalizione, Pdl e Pd volevano invece abolire per controllare con le liste bloccate, gli eletti a Strasburgo. Nel corso dell’iter della legge, il PD si batté oltre modo per cancellare con un tratto di gomma, il basilare diritto degli italiani di scegliersi i propri rappresentanti e se tale provvedimento non è passato, è dovuto alla circostanza che per riformare la legge i due grandi partiti sono dovuti scendere a patti con l’Udc che avrebbe potuto con una politica ostruzionistica rallentare l’iter delle legge di modifica delle norme per le elezioni del Parlamento Europeo. Inoltre gli amici del PD omettono di dire che giace già in Cassazione un disegno di legge proposto dall’Udc per inserire le preferenze per le elezioni al parlamento nazionale e tale raccolta di firme (che risale all’estate del 2008) è stata ben accolta dagli Italiani che hanno sottoscritto le adesioni in modo massiccio e convinto. Vi sono altre riflessioni che mi lasciano perplesso: come fa l’Avv. Strangio a stare in un partito del quale non condivide le linee generali di intervento, arrivando a differenziarsi dai vertici nazionali su una questione così importante e oserei decisiva come la concezione democratica della partecipazione alla vita democratica del paese? E se il segretario provinciale del PD assume iniziative legittime ma discordanti rispetto alla linea del partito nazionale, come si può biasimare il comportamento del segretario del Pd di Villa che sfiducia insieme ad altri iscritti il Sindaco, espressione del proprio partito? Inoltre, sono curioso di sapere se sul referendum del 21 giugno i vertici reggini del Pd hanno la stessa posizione di Franceschini e dei leader nazionali del loro Partito, perché se così fosse, l’iniziativa proposta ieri è assolutamente demagogica e risente del clima preelettorale. Se è vero che la vera riforma da fare subito è quella di rimettere le preferenze nella legge elettorale, bisogna dire con coraggio ed onestà intellettuale che è antidemocratico consentire a un partito di maggioranza relativa di prendere il 51% dei seggi e per giunta con le liste bloccate. Il quesito referendario a cui saremo chiamati il 21 giugno è per noi un imbroglio perché potenzialmente consente al partito che ha ottenuto il 25% di ottenere il 51% dei seggi e ciò è contro ogni regola elementare della democrazia. Inoltre, se con le liste bloccate c’è il rischio di criminalizzare la Calabria con candidature che vengono concepite fuori dalla nostra provincia, sarei curioso di sapere dall’Avv. Strangio il perché di certe candidature del Pd in Calabria, in primis quella del senatore De Sena (per non parlare delle numerose Vedove presentate agli elettori) che, al di là delle indubbie qualità morali, umane e politiche dell’uomo, viene letta dall’opinione pubblica proprio in quell’ottica pregiudizievole (Reggio= mafia) che i firmatari della proposta vorrebbero superare. Paolo Roberto Mallamaci
Segretario Provinciale di Reggio Calabria
Reggio Calabria 28.05.2009